Prima la rottamazione, ora la riesumazione

In principio fu la rottamazione. Ma si sa, in due anni le cose cambiano. E i rottamati piano piano vengono riesumati...

di Giorgia_Cardini

In principio fu la rottamazione. Era il 23 giugno 2012 e a lanciare il grido di battaglia "largo ai giovani" fu Matteo Renzi, da Firenze.

 

"Senza fare nomi cari Massimo D'Alema, Valter Veltroni, Rosy Bindi, Franco Marini, in questi anni avete fatto molto per il Paese, per l'Italia, ma adesso anche basta". Disse proprio così, il sindaco allora 37enne. E tantò insistette che prima Valter Veltroni e poi Massimo D'Alema, a fine 2012, si fecero da parte e annunciarono di non ricandidarsi.

Cosa sia cambiato da giugno 2012, è un mistero. Fatto sta che oggi Massimo D'Alema, mai veramente fuori gioco e forse co-regista occulto del siluramento di Romano Prodi al Quirinale, torna buono niente di meno che per un incarico da commissario europeo.

E a rilanciarlo è proprio il rottamatore che negli ultimi mesi, dal patto per le riforme costituzionali con uno che non ha più neppure il diritto di votare (tanto è un "padre della patria") fino alla difesa a dei sottosegretari indagati, ha scoperto la propria vera vocazione.

Quella del riesumatore.

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