Renzi a Palazzo Chigi con il rischio di bruciarsi

di Paolo Micheletto

Non sembra aver risolto le cose l'incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi. Del resto, la strada sembra tracciata e porta ad una soluzione che non è difficile immaginare: il Pd che sfiducia il presidente del Consiglio e che lancia Renzi al suo posto. Il sindaco di Firenze, quindi, alla ricerca dei voti in Parlamento di una maggioranza sulla stessa linea di quella di Letta, magari con l'innesto di qualche parlamentare deluso da Grillo ma comunque con l'apporto determinante degli ex berlusconiani del Nuovo Centrodestra.
Insomma, in questo modo cambierà il comando (il governo subirà non poche modifiche) ma le larghe intese resteranno, con la stessa difficoltà a procedere su qualsiasi riforma e ogni provvedimento di governo. Certo che Renzi deve avere una altissima considerazione di stesso nel ritenere che la sua "investitura" a presidente del Consiglio possa far funzionare il Parlamento e possa far approvare le tante riforme che in questi mesi ha annunciato, pur a grandi linee. L'Italia non può che sperare nel suo successo, ma segare la panchina a Enrico Letta non gli rende onore. Come non rende onore a Renzi aver scelto di guidare le larghe intese che fino a poco tempo fa aveva così pesantemente criticato.
C'è il rischio di finire nella palude degli attacchi di Berlusconi e delle pratiche parlamentari, che non sono certo tra le più veloci, soprattutto con i numeri di questa legislatura. E c'è il rischio che in pochi mesi il Pd "bruci" addirittura due leader, giovani e preparati, cone appunto Letta e Renzi. Sarebbe stato meglio cercare di portare a casa il massimo dei risultati possibili da questo governo e da questa maggioranza (ad iniziare dalla legge elettorale, ma non solo) che comunque ha gli stessi numeri che avrà Renzi, e poi andare al voto, a ridosso dalla scadenza elettorale naturale. Letta forse non ha avuto la forza e tutta la determinazione per aiutare l'Italia in crisi, ma da alcuni mesi non ha potuto contare nemmeno sull'appoggio del Pd. E Renzi scommette su stesso per vincere la partita: se sbaglia lui, sarà di nuovo impossibile per il Pd vincere le elezioni.

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