Articolo 18, sabbia negli occhi

In Italia, nei primi 11 mesi del 2013, la cassa integrazione ha sfiorato il miliardo di ore. Secondo la Cgil, che ha diffuso questi dati, oltre mezzo milione di lavoratori hanno perso qualcosa come 7.300 euro a testa. A detta di tutti servirebbero investimenti, incentivi e sgravi fiscali corposi, per rilanciare l'economia. E invece di cosa si parla, in questi giorni? Di riforma del mercato del lavoro e di articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ovvero del dito e non della Luna.

di Giorgia_Cardini

In Italia, nei primi 11 mesi del 2013, la cassa integrazione ha sfiorato il miliardo di ore. Secondo la Cgil, che ha diffuso questi dati, oltre mezzo milione di lavoratori hanno perso qualcosa come 7.300 euro a testa.

A detta di tutti servirebbero investimenti, incentivi e sgravi fiscali corposi, per rilanciare l'economia. E invece di cosa si parla, in questi giorni? Di riforma del mercato del lavoro e di articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ovvero del dito e non della Luna.

Guardandosi bene dal rammentare ai cittadini italiani che l'art. 18, deprimente ossessione di tutti i governi di centro-destra, è stato riformato e praticamente svuotato di ogni suo significato dalla riforma del Lavoro firmata da Elsa Fornero e divenuta legge 92 del 2012 dopo quattro voti di fiducia.

Dunque, che senso ha parlare di nuovo di articolo 18?

Be', ne ha se si vuole gettare ancora un po' di sabbia in faccia agli italiani, che ormai ne hanno gli occhi pieni. Ricordo agli smemorati cosa disse il presidente del Consiglio Mario Monti, prima di aggredire una norma civilissima e coerente con il corpus disegnato dallo Statuto dei lavoratori nel 1970: "L'articolo 18 frena gli investimenti". 

Proprio così: non la mafia, non la corruzione, non la burocrazia, non la tassazione arrivata a livelli indecenti per chi lavora e chi vuol fare vera impresa, non la lentezza e aleatorietà della giustizia civile. No, l'articolo 18.

E infatti: dopo la sua riforma entrata in vigore il 28 giugno 2012, abbiamo visto arrivare in Italia frotte di investitori, diminuire la disoccupazione giovanile e crescere l'occupazione totale.

Ma ditemi: davvero siamo ancora disposti a farci prendere tutti in giro, stavolta dal Pd di Matteo Renzi?

 

 

 

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