Inceneritori pentiti

di Franco Gottardi - NO -

«Mai esportare rifiuti! Dobbiamo chiudere il ciclo in casa nostra! Una questione etica!» Così tuonava il governatore Lorenzo Dellai solo qualche anno fa. E il suo assessore Mauro Gilmozzi bacchettava il Comune di Trento, accusato di traccheggiare troppo con le procedure di costruzione dell'inceneritore. Per fortuna si è perso tempo, perché oggi ci ritroviamo con una raccolta differenziata a livelli difficilmente immaginabili ed abbiamo evitato la costruzione di un impianto che, al di là delle incertezze sanitarie, non sarebbe certo stato un bel biglietto da visita alle porte della città, a due passi dal cuore del teroldego doc. Sarebbe diventato anche un problema economico, non avendo dimensioni sufficienti a garantire efficienza e ritorno in termini di produzione energetica.

Essere arrivati a questo punto è una vittoria dei cittadini, che hanno mostrato di avere a cuore la questione e di avere un alto senso civico. Certo esportare il residuo rimanente fuori regione, scaricare fumi e diossine nei cieli degli altri, come ha deciso di fare prossimamente la nuova giunta provinciale pone un problema etico. Meglio insistere fino in fondo con la differenziata spinta, prevenire la produzione di scarti alla fonte e riciclare al massimo. Senza bruciare nulla. I sistemi a basso impatto ambientale ci sono, l'opzione zero waste non è più una chimera e il Trentino è maturo per fare scelte di alto profilo.

 

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