Tra il dire e il fare...

Berlusconi, Monti, Grillo, Renzi.Gli elettori italiani sembrano non imparare mai la lezione: se si riversa tutto il proprio malcontento su un uomo solo al potere, lo si carica dell'impossible missione di accontentare tutte le aspettative...

di Giorgia_Cardini

Berlusconi, Monti, Grillo, Renzi.

Gli elettori italiani sembrano non imparare mai la lezione: se si riversa tutto il proprio malcontento su un uomo solo al potere (e i quattro citati, per aspetti diversi, lo sono stati o lo sono ancora), lo si carica dell'impossible missione di accontentare tutte le aspettative. Così è accaduto anche ieri, tra gli elettori democratici.

Certo, meglio un'investitura netta e solida, che claudicante. Ma Matteo Renzi, eletto a furor di popolo nuovo segretario del partito democratico, dovrà: rinnovare il partito; e con esso imporre la linea politica al governo, che non è un monocolore; portare a casa una legge elettorale che piaccia agli elettori del Pd ma che abbia anche un'ampia maggioranza in Parlamento, altrimenti non reggerà (e finora in Parlamento si son viste solo ampie minoranze); tagliare 1 miliardo di costi delle politica, partendo dalle Province; rinnovare il sistema burocratico, che significa meno procedure, ma anche meno occupati; affrontare le gravissime urgenze ambientali (terra dei fuochi citata anche ieri sera e dissesto idrogeologico) di cui da anni si parla senza far nulla; risolvere gli enormi problemi occupazionali ed economici del Paese; e magari pure occuparsi di diritti, anche se non sembrano proprio in cima alla sua agenda.

Queste, più o meno, sono le aspettative che il sindaco di Firenze ha abilmente colto e affastellato nel contenitore "elastico" della sua proposta politica, in cui magicamente convivono garanzie per la finanza e per i disoccupati, nella riproposizione del "capitalismo dal volto umano" di Tony Blair, che non ha redistribuito nulla e che ha contribuito alla crisi.

Come Renzi possa ora passare dal dire al fare senza consumarsi alla velocità di un cerino acceso ("chi assai ciarla, spesso falla"  dice un detto toscano), è la sfida. Una sfida ancor più difficile per chi inizia volendo fare il segretario di un partito che ha bisogno di un leader h24, restando sindaco di una città che ha pure bisogno di un primo cittadino h24. A proposito: l'accumulo di incarichi fa parte dello stacco dal passato?

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