Il coraggio di Madiba, il nostro coraggio

Abbiamo tutti delle catene nel cuore che ci impediscono di volare, alzare la testa davanti alle ingiustizie, guardare negli occhi chi ci umilia e umilia gli altri... 

di Giorgia_Cardini

Abbiamo tutti delle catene nel cuore che ci impediscono di volare, alzare la testa davanti alle ingiustizie, guardare negli occhi chi ci umilia e umilia gli altri, impedire che tante piccole oppressioni si trasformino in grandi oppressioni.

Ma nel cuore abbiamo tutti anche un coraggio indomito che, sebbene stenti ad emergere nelle pieghe quotidiane e tranquille della nostra vita, ci fa reagire a quelle stesse offese, preoccuparci degli altri, indignarci di fronte all'indifferenza e all'ingiustizia.

Non occorre essere uomini e donne straordinari per coltivare quel coraggio, non occorre nascere in un Paese spezzato dall'apartheid, dalla dominazione straniera, dalla tirannia per coltivare il seme della ribellione che è anelito verso un mondo migliore. Nelson Mandela, che è stato capace di spezzare le catene che aveva ai piedi per nutrirsi e nutrire il suo popolo di quel coraggio e di quella indignazione, scriveva di sé: "Non sono più virtuoso e altruista di molti, ma ho scoperto che non riuscivo a godere delle piccole e limitate libertà che mi erano concesse sapendo che la mia gente non era libera. La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti, e le catene del mio popolo erano le mie". Le declinazioni di libertà sono infinite, nessuna più importante di altre. Madiba, Gandhi, San Suu Kyi, Malala, Martin Luther King, Rigoberta Menchù, Albert Schweitzer e tanti piccoli grandi uomini e donne, di cui la Storia non ricorda il nome, ci hanno insegnato che per quelle libertà siamo tutti chiamati a batterci. Anche se pensiamo di non averne le forze, anche se - sicuri di vivere in un mondo libero - pensiamo che non ce ne sia bisogno.

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