Quirinale, la politica uccisa dal livore

di Fabrizio Franchi

 

Sono ore di affannosa ricerca di una quadratura del cerchio per trovare il presidente della Repubblica. Ma a differenza di altre volte il livello di tensione e di nervosismo è esageratamente alto. Troppi hanno dimenticato (o forse, per ignoranza, mai nemmeno l'hanno saputo) che il presidente si elegge nelle aule parlamentari e con i grandi elettori, non nelle piazze. Tantomeno quelle virtuali e spesso falsate della rete web.

Ognuno sta giocando partite isteriche, dimenticando le regole della politica, del buon senso e del rispetto delle persone e delle istituzioni.

Così quando si vede la mano di Bersani sulla spalla di Alfano si grida all'inciucio. Termine che poi da 25 anni ancora nessuno sa spiegare che cosa voglia dire.

I timori del Pdl sull'elezione di qualche pasdaran antiberlusconiano vengono fatti passare, Micromega in testa e a seguire grillini vari, come tentativi di golpe.

I grillini si inventano le “quirinarie”, la più grande bufala del web degli ultimi mesi, e queste vengono spacciate come decisioni “del popolo”, quando in verità - per loro dichiarazione - hanno votato circa 50 mila militanti grillini. Che con tutta la buona volontà non possono essere spacciati per 60 milioni di italiani. Oltretutto i più votati sono stati Gabanelli e Strada che si sono ritirati e allora si è voluto andare avanti con Rodotà. Il quale, forse per qualche mai sopita ambizione, invece di capire che veniva usato solo per spaccare il Partito democratico, si è lasciato sedurre da un sogno. Bersani dal canto suo ha sottovalutato eccessivamente le resistenze interne al partito sul nome di Franco Marini e questo sarà il suo ultimo e definitivo errore, anche se certo le pulsioni del rampante Matteo Renzi non possono essere accettate come il “nuovo che avanza”, quando è chiaro a tutti che l'unico punto qualificante del sindaco di Firenze è sostituirsi alla vecchia dirigenza del Pd, senza saper proporre un'idea forte di identità del centrosinistra e della sinistra.

Da una parte e dall'altra, passando per i grillini, c'è solo l'incapacità di riconoscere l'avversario. C'è l'errore di scambiare la parte loro per il tutto, quando ci si dovrà rassegnare a capire che l'Italia è spaccata in tre forti minoranze e nessuno rappresenta l'intero corpo elettorale.

Insomma, la confusione è altissima, con il mondo dell'informazione che nei confronti del web sta commettendo esattamente lo stesso errore che fece decenni fa con la televisione, amplificandone la valenza, la portata e i messaggi. Ogni tweet di personaggi sconosciuti diventa una importantissima dichiarazione. Ogni astuta campagna di bombardamento di messaggi in internet viene interpretata come “volontà popolare”. La foto di un militante Pd che brucia la sua tessera diventa “la rivolta nel Pd”. Un cittadino ripreso su Youtube che grida “buffone” a Berlusconi diventa “l'Italia che resiste”.

La strada verso una pacificazione e una riconciliazione nazionale è lunga, mentre troppi pensano ogni giorno che nasce come all'alba di una resa dei conti finale che in realtà non arriva e non arriverà mai, perché come la sinistra esisterà sempre, esisteranno sempre anche le ragioni della destra. E' una legge della politica in tutti i Paesi democratici e solo chi ha intenti dittatoriali può pensare di cancellare gli avversari.  

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