Nonni al volante: tutti in grado?

Siamo sicuri che per un anziano over 75 bastino gli "esami" della vista e dell'udito svolti talvolta frettolosamente in un ambulatorio per rinnovare una patente? I geriatri italiani chiedono visite più accurate sui tempi di reazione e sulle capacità neurologiche in situazioni complesse.

di Luigi «Gigi» Zoppello - No

MILANO - Accanto ad una Margherita Hack in perfetta forma, che si è vista rifiutare il rinnovo della patente per sopraggiunti limiti d’età, in Italia c’è invece una notevole quota di ultra settantenni con qualche disturbo cognitivo, visivo o di altra natura che è più a rischio di incidenti stradali. Dei 3 milioni con la patente, infatti, la metà, ovvero 1,5 milioni, rischia di avere un incidente stradale con una probabilità del 16% maggiore rispetto agli adulti di età inferiore. A evidenziarlo è una ricerca presentata al Congresso della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg) a Milano. Si tratta di dati da non sottovalutare, visto che ogni anno circa mille anziani muoiono al volante della loro auto, cioè almeno tre al giorno, di cui il 40% ha più di 75 anni.
Lo studio, condotto dalle università Milano-Bicocca e Roma-Tor Vergata su pazienti in riabilitazione presso la Casa di Cura Ancelle di Cremona, ha valutato le loro funzioni cognitive e stato funzionale. È così emerso che il 50% degli over-70 ha deficit nelle funzioni esecutive e riflessi inadeguati, il 25% qualche deficit di attenzione che pregiudica una guida sicura, 1 su 6 qualche carenza visiva, e 1 su 10 consuma troppo alcol.
«Va detto - spiega Giuseppe Paolisso, presidente Sigg - che solo il 62% degli anziani intervistati guida nel traffico, e che 1 su 5 percorre in media meno di 40 chilometri a settimana. Tuttavia andrebbero rivisti i criteri con cui si rinnovano le patenti agli anziani».
Secondo gli esperti sarebbe opportuno valutare per il rinnovo della patente criteri più rigorosi di quelli attuali che prevedono solo un controllo di vista e udito.

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