Neve in quota con l'elicottero

Il mondo alla rovescia, con la neve che invece che scendere dall'alto arriva dal basso. Un grande Carosello

di Barbara Goio

In una conversazione trasmessa alla radio qualche anno fa, il grande vecchio degli Altipiani Mario Rigoni Stern diceva a Marco Paolini: "Non ha davvero senso trasportare la neve per poi farci andare sopra la gente. Questa cosa non la capisco proprio". Il riferimento era al fatto che, per poter svolgere Ciaspolata e Marcialonga, erano state messe in campo forze ed impegni pazzeschi, con la fabbricazione ed il trasporto di enormi quantità di neve. Per uno che sulla neve ha scritto i propri tormenti e la propria vita, quello che stava accadendo era davvero troppo.
Chissà come la prenderebbe adesso, che proprio dalle parti di casa sua, in quel di Folgaria, il giorno dell'Immacolata (mai giornata poteva essere più propizia) gli elicotteri hanno lavorato tutto il giorno per portare in quota a Costa Agra, a pochi metri cubi di neve alla volta, la neve prodotta dai cannoni giù in valle a Fondo Grande dove, a causa dell'inversione termica, in questo periodo di metà
dicembre sta facendo più freddo. Un enorme gioco del puzzle, per andare a coprire di bianco l'ultima montagna violata, per fare funzionare quello che giustamente (è strano come in questa storia, ironicamente, le parole siano estremamente azzeccate) è stato chiamato il Carosello dello sci.

Anche in altre zone delle Alpi, in questo inverno caldo e asciutto, ci si è mossi per correre ai ripari: presa un'area, si è cercato di rendere fruibili alcune piste, tanto da far scendere chi proprio non
ce la fa a resistere, chi ha la sciolina nel sangue. Oppure gli atleti pronti per la nuova stagione agonistica. Ma solo a Folgaria si è cercato di coprire ogni cima, con entusiastica disperazione, a voler dimostrare che tutto si può, e si hanno le ragioni per farlo.

Ognuno ha idea di quanto costi un volo in elicottero, soprattutto ora che i prezzi dei carburanti sono alle stelle. E quanto pesa la neve, nonostante il suo aspetto leggiadro: spacca i tetti delle case,
stritola automobili, spezza rami. Si può quindi solo immaginare quanto ogni volo (i residenti hanno
raccontato che gli elicotteri sono andati su e giù senza sosta tutto il giorno) sia stato pesante, sull'ambiente, sui portafogli, su un'etica di responsabilità collettiva.

Sono questi punti da non sottovalutare: è finito il tempo in cui si poteva fare quello che si voleva godendo del privilegio di non essere criticati.

1. Ambiente. La montagna del territorio dove vivo, appartiene alla mia comunità, e l'ambiente è un bene comune. Da vivere e apprezzare, valorizzare e difendere. Senza preconcetti ma con oculatezza.
2. Denaro e sprechi. I soldi investiti sono anche quelli delle mie tasse, perché non esiste imprenditore che si faccia carico di tutto. Azioni del gente sono spreco di risorse, mezzi, acqua, energia.
3. Etica collettiva. Infine, il discorso sull'etica collettiva resta quello forse più importante: é solo perché in Italia si continua a badare ai propri giardinetti privati, e a come pensare di depredare
quello che sta appena al di fuori dei recinti, che ci si ritrova nella situazione economica e sociale di adesso. Cercare di allargare gli orizzonti, guardare in maniera più ampia e profonda non è solo un
pensierino natalizio, ma l'unica strada per offrire un futuro alle nuove generazioni.

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