"Gelati, tamerici e Carrisi"

Trento riabbraccia le sue gelaterie. Nonostante pioggia e freddo

di Leonardo Pontalti

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini.
E piove pure sui coni!
(scusa, Vate)
 

Hanno aperto. Sono tornate. Illuse dal tepore della settimana scorsa. Poi ci ha piovuto su, e qualche gelataio s'è pure sentito fregato. Ma intanto hanno aperto, tutti e non si richiude.
Suvvia, per una volta non lamentiamoci.
Trento sarà anche socialmente la città che è, poco incline alla vitalità e alle novità (ecco, se fosse una donna me la vedo bene come la povera suor Maria Jesus Galan: religiosa 54enne che stava in Convento a Toledo: da dove è stata espulsa perché aveva "convertito" il convento alle nuove tecnologie. Stava troppo su Facebook e l'hanno cacciata), ma almeno...
 
Almeno le gelaterie non ci mancano e aprono presto. Ci sono anche quelle (nuove, dove i gelatai bisogna chiamarli conisti, mi raccomando) che non hanno mai chiuso neppure col freddo. Ma adesso, la settimana scorsa, hanno riaperto tutte.
Pioggia o non pioggia. E coni e coppette per strada sono sempre segno di buone cose in arrivo.
 
E mi fermo quì. Più breve del solito perché dalla regia mi dicono che scrivo blog troppo lunghi.
E soprattutto mi fermo perché ho scoperto che in allegato con l'Adige "da sabato 19 febbraio, il nuovo capolavoro di Albano" (8,90 euro).
 
Dunque, a darci troppo dentro con "Non è un paese per vecchi" non vorrei contraddire le linee delle promozioni editoriali.
Mai mettere il Carrisi davanti ai buoi.

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