Ma che vitaccia fannoqueste povere first ladies

di Paolo Ghezzi - NO

“Miraccomando, porti la Sua Signora”. Ma per le signore (mogli, fidanzate,compagne, ragazze, partner o concubine che siano) degli uominipubblici, un invito del genere (l'invito-a-cui-non-si-può-

dire-di-no)può diventare un tormento. “Oddio, no! Non farmi questa! Non sopporto ituoi colleghi, i tuoi soci, i tuoi capi, i tuoi clienti. E poi non socosa mettermi! E non so di che cosa parlare! E con chi poi? Con quellaiena della moglie del tuo dirigente? Ti prego: lasciami in pace, noncoinvolgermi, ringrazia tutti da parte mia, inventa una scusa. Sono inSvizzera da parenti. Mi sono slogata una caviglia. Il bambino ha lapertosse. E poi quella sera avrò le mestruazioni, per davvero: avreiuna faccia terribile, mi contorcerei dal mal di pancia: vuoi che tifaccia fare una brutta figura?”.
Ho sempre pensato con simpatia e solidarietà umana alle mogli deipolitici, costrette a entrare – sorridenti e impeccabili coniugi emadri – nei depliant elettorali, e poi costrette a frequentare cene deiRotary, tè danzanti, tagli di nastro, merende popolari, congressicomprensoriali.
Ma perché i ruoli pubblici dei maschi in carriera debbono essereun'afflizione per le loro donne (intendo, per quelle che li hannoscelti a prescindere, e quasi sempre prima, degli onori e oneri, dellecariche e degli incarichi? Non per le giovani compagne subentranti alfianco del Maschio Alfa, tipo Carla Bruni in Sarkozy, per intenderci).
In Trentino, a dire il vero, spira un'aria in controtendenza. Le mogli,di solito, possono stare defilate, i riti pubblici non prevedono ancora– se non, appunto, nella pubblicità pre-elettorale – la lorosistematica esibizione. Fa trend il Principe Lorenzo, spesso ritrattoin empatici abbracci con Cicciobello Rutelli che l'accarezza spudorato,mai con la Consorte Lorenza: di fatto invisibile, sistematicamente eprogrammaticamente assente, felicemente e convintamente confinata eautoconsegnata alla dimensione privata della sua casa di Gardolo. Anchenelle interviste del cinquantesimo anno, quando il Principe è apparsosui giornali in qualche scatto famigliare, si è vista parte dellaprole, ma non la moglie.
Né peraltro si ricordano le mogli di chi l'ha preceduto: chi si ricordala signora Andreotti o la signora Mengoni?  Solo Nella Malossinistrappò il velo dell'anonimato delle nostre first ladies, ma in quantoastrologa, quindi per meriti astrali propri, non per luce riflessa.
Da questo punto di vista, i media locali sono piuttosto rispettosidella privacy dei politici, soprattutto quando costoro potrebberoessere imbarazzati da sovraesposizioni che esplicitino le varievicissitudini della loro vita: solo delicate allusioni alla nuova“simpatia” del cattolicissimo ma separato (non è mica una colpa!)sindaco Andreatta, per esempio.
Sono le donne al potere ad essere più coraggiosamente propenseall'outing, negli ultimi tempi: per cui abbiamo letto l'intervista acuore aperto del novello sposo della deputata Froner, e assistiamospesso – nelle occasioni ufficiali – alla simpatica e garbata presenzadi mister Beltrami, marito della vulcanica assessora Lia Giovanazzi,che elettrizzò anche il cavalier Berlusconi tra le macerie d'Abruzzo.
Ma la regola da noi resta, generalmente, una saggia, montanarariservatezza: la carriera dell'uomo in carriera può correre anche senzal'esibizione delle compagne di vita.
Fannoeccezione gli artigiani De Laurentis-style, che volendo incarnare laquintessenza della trentinità tutta lavoro-valori-sudore-famiglia,nella grande festa per il cambio della guardia tra il direttoreBenedetti e il suo successore Berardi, hanno consegnato agli applausicommossi dell'auditorium di Interbrennero non una ma tre first ladies:la moglie del presidente, quella del direttore uscente (con figliamaggiorenne), quella del direttore entrante (non esposti, per fortuna,i tre figli bambini). Ma quando hanno chiamato sul proscenio MarinaLunelli (che già ha la ventura di essere sorella di un'altra celebrity,ruolo fastidioso e sperequato perché sei sempre “sorella di”, e mai lui“fratello di Marina”) e l'hanno costretta a scendere tutti i gradonidel teatro dall'ultima fila in cui si era rifugiata, fino a raggiungereil marito Nicola Berardi davanti ai flash, e la signora apparivasinceramente imbarazzata da quel tripudio, abbiamo pensato solidali:poveretta, paga il duro prezzo di aver sposato – col suo Nicola – anchetutti gli 11mila artigiani del Trentino che (parola di Gianni Benedettie Roberto De Laurentis) sono una bellissima famiglia “di gente buonache lavora per gente buona”, di donne e uomini veri, autentici einfaticabili e speciali perché lavorano “24 ore al giorno 365 giornil'anno” (non ci crediamo, ma se lo dice Rdl...), perché non paganotangenti e non chiedono favori come gli altri imprenditori (se lo diceRdl...) ma anche perché – a differenza di industriali, commercianti eagricoltori – non occultano le mogli: in loro coincidono il lavoro e lavita, la famiglia e l'impresa, il capitale e il personale, la bottevuota di ordinazioni e la moglie piena di attenzioni, gli effettiaziendali e gli affetti sponsali, i mutui bancari e i debiti coniugali.
 

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