Italia / Forze dell'ordine

Modena, altro caso di schiaffi a una persona fermata da un carabiniere

Anche in questa occasione c'è un video, come quello spuntato dopo il recente episodio dell'arresto a suon di pugni di un giovane africano, cuoco in un ristorante, cui è seguito il trasferimento di incarico per due militari, spunta un altro video, forse precedente. Il carabiniere sembrerebbe lo stesso di quest'ultimo caso, avvenuto il 13 marzo

BOLOGNA. Un altro video dove un uomo a Modena, prima di entrare nell'auto di servizio probabilmente per essere portato in caserma, viene colpito con uno schiaffo da un carabiniere.

Il militare sembrerebbe lo stesso che il 13 marzo è stato ripreso da un altro filmato, mentre in circostanza simile colpiva un arrestato. Anche il secondo filmato è stato condiviso sul gruppo social 'Welcome to Favelas'. Non è chiaro a quando risalgano le immagini, ma pare a un anno fa.

Dopo l'episodio del 13 il carabiniere e il collega di pattuglia sono stati trasferiti ad altro incarico non operativo e l'Arma e la Procura hanno avviato accertamenti sui video che riprendono parti di interventi.

"Voglio denunciare. Mi hanno picchiato senza motivo, io non ho fatto nulla", aveva detto il giovane, che lavora in un ristorante (il "Cirisiamo"), dopo essere stato raggiunto telefonicamente dall'Ansa mentre si trova in ospedale, il giorno dopo l'episodio del 13 marzo.

Ha raccontato che era ad una fermata dell'autobus per andare al lavoro, come tutti i giorni. Due carabinieri lo hanno ritenuto sospetto e lo hanno controllato in largo Garibaldi, non aveva i documenti con sé. "Ho detto che avrei chiamato un amico che me li avrebbe portati, ma non hanno sentito ragioni. Mi hanno afferrato e volevano buttarmi in macchina", racconta ancora sconvolto. In breve tempo è stato portato in caserma, arrestato ed è finito in tribunale per la convalida.

Alla fine è stato rilasciato e il processo rinviato al 18 aprile. Nel corso dell'udienza il giovane ha dichiarato di essere stato "picchiato al volto e a una gamba" e di non aver provocato danni all'auto di servizio. L'udienza si è svolta prima che iniziasse a circolare il video. "Anche io l'ho visto dopo", spiega l'avvocata che lo ha difeso d'ufficio, Barbara Bettelli che commenta così le immagini: "A Modena non si è mai vista una cosa del genere, finora le avevo viste solo nei filmati americani. Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata".

Sulla base del video, anche la Procura di Modena ha avviato accertamenti e aprirà un fascicolo.

"Nei confronti del militare è stato immediatamente avviato un rigoroso esame delle responsabilità disciplinari", afferma il comando generale dei carabinieri dopo la pubblicazione di un nuovo video in cui un uomo fermato da una pattuglia viene colpito da uno schiaffo da parte dello stesso carabiniere di Modena già precedentemente filmato in una simile circostanza. Della vicenda il comando generale ne è venuto a conoscenza "solo ora". "Anche in questo caso - prosegue l'Arma - appena avuta conoscenza del video, è stato trasmesso con tempestività all'autorità giudiziaria".

Il comando generale ha inoltre disposto una serie di verifiche interne, "già in corso", per "accertare se i superiori dei militari coinvolti abbiano svolto le previste attività di controllo e di istruzione sugli specifici temi nei confronti del personale dipendente".

Nel caso del 13 marzo, la persona fermata ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto: "Non mi hanno ascoltato, hanno iniziato a picchiarmi e volevano buttarmi dentro la macchina. Ma io lavoro e non ho mai fatto niente di male". La sua colpa era di noin avere con sé il documento di identità, sotto casa, alla fermata del bus. Aveva chiesto di poter chiamare un amico che sarebbe immediatamente arrivato con la carta d'identità, ma invece è stato portato in caserma.

La sua è una storia di migrazione. Partito minorenne dalla Guinea, dopo un lungo viaggio attraversò il Mediterraneo su un barcone, sette anni fa.

"Ha preso la protezione internazionale - racconta il suo titolare, Mario Campo - e tramite l'assistente sociale è arrivato a lavorare qui, prima come lavapiatti, poi ha fatto carriera ed è cuoco ai secondi".

I carabinieri che lo hanno arrestato, "non hanno usato la delicatezza di prendere per buono quello che diceva, pensavano fosse sospetto ma hanno preso un granchio grosso e qualcuno ne pagherà le conseguenze. È uno di quelli che ha fatto il percorso giusto: in Guinea sta costruendosi la casa, manda i soldi ai genitori. Non si può fare di tutta l'erba un fascio".

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