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Il papà dell'italiana detenuta in Ungheria: "L'ambasciata sapeva di mia figlia in catene, per 11 mesi solo silenzio"

Roberto Salis: "Già quattro udienze vissute in quelle condizioni davanti al giudice". Coro di denunce per i metodi della giustizia nel Paese guidato dal sovranista Orban. Interviene anche Romano Prodi: "Vergogna, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier Meloni con Orban". La Farnesina: Budapest garantisca i diritti della detenuta e valuti alternative al carcere

IL CASO Budapest, Ilaria Salis trascinata in aula in catene

ROMA. "Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria".

Lo ha detto ad Agorà Rai Tre Roberto Salis, il padre di Ilaria, mostrata ieri in catene davanti al tribunale di Budapest. La donna lombarda, 38 anni, è accusata dalla magistratura ungherese di aver aggredito dei neonazisti: l'italiana è stata nell'aula del tribunale in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Inoltre, era controllata da poliziotti in tenuta speciale, con il passamontagna stile squadre di assalto.

"Alle 10 abbiamo l'appuntamento con l'ambasciatore (italiano in Ungheria, ndr). Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l'ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia", ha aggiunto Salis.

La questione era stata denunciata da mesi dai comitati per i diritti civili che seguono dal'Italia la vicenda di Ilaria Salis, tenuta in carcere da un anno. Finalmente in queste ore stanno criticando queste scene nell'Ungheria guidata dalla destra sovranista di Viktor Orban.

A più riprese, fra ieir e oggi, si è pronunciato anche il ministro degli esteri Antonio Tajani, chiedendo spiegaizoni a Budapest e invitando l'Ungheria a rispettare i diritti civili e le norme comunitarie.

La drammatica vicenda, in ogni modo, mette a nudo i ritardi di Paesi come l'Ungheria, per quanto membri della Ue, sulle tematiche dello stato di diritto, che fra l'altro hanno subito un'involuzione con l'avvento al potere degli ultranazionalisti critici nei riguardi dei valori occidentali.

Duro l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, intervenuto a Start su Sky Tg24: "Vergogna. Non si fa. Ma non in Europa, in nessuno stato nè africano nè di nessuna altra parte del mondo. Vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione... La cosa è in sé è ributtante, sono stupito che sia avvenuto, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban".

Verso le 13 di oggi si è aprpeso che su istruzioni del vicepremier e ministro degli esteri, Antonio Tajani, il segretario generale della Farnesina, ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato questa mattina al ministero l'incaricato d'Affari della Repubblica di Ungheria.

"Nel ribadire la protesta del Governo italiano per le condizioni" in cui Ilaria Salis è detenuta e viene trattenuta nelle udienze, Guariglia "ha espresso la ferma aspettativa del Governo" affinché alla Salis sia accordato "al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere".

L'ambasciatore Guariglia ha richiamato i principi cardine previsti dalla normativa europea e internazionale relativi al rispetto delle garanzie a tutela della dignità delle condizioni detentive, incluse le modalità di traduzione degli imputati in tribunale e delle garanzie di un equo processo.

Il segretario Generale si è inoltre soffermato sull'assoluta necessità che "alla signora Salis e ai suoi legali siano garantiti l'accesso alla traduzione in italiano degli atti di accusa, come già richiesto dalla difesa, e la visione del video di sorveglianza alla base dell'imputazione, per assicurare il pieno godimento del diritto alla difesa e un equo processo".

Guariglia ha infine confermato che l'ambasciata a Budapest continuerà ad assicurare ogni assistenza alla Signora Salis e ai suoi familiari, in collaborazione con i suoi legali.

 

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