Veneto / Il femminicidio

Vanessa Ballan uccisa da otto coltellate, in un video l'uomo mentre scavalca la recinzione della casa

Primo referto dell'autopsia sulla ragazza assassinata a Riese Pio X (Treviso): la giovane incinta è stata anche picchiata dal suo stalker nell'abitazione di Riese Pio X, in provincia di Treviso. Il nodo dell'allarme sottovalutato nelel settimane precedenti

TRAGEDIA Per gli inquirenti omicidio premeditato, il nodo dell'allarme sottovalutato

TREVISO. Vanessa Ballan è stata uccisa con otto coltellate, di cui sei profonde e due superficiali, una delle quali le ha trapassato il cuore. L'autopsia effettuata sul corpo della 27enne dal medico legale Antonello Cirnelli, incaricato dalla Procura di Treviso, conferma la violenza scatenata due giorni fa da Bujan Fandaj, l'imbianchino con cui la donna aveva avuto una relazione, poi troncata e sfociata in una denuncia per stalking, che l'ha aggredita nella sua casa a Riese Pio X, in provincia di Treviso.

Due dei fendenti, inferti con un coltello dalla lama lunga 20 centimetri, hanno lesionato entrambi i polmoni. E a conferma delle intenzioni di Fandaj, anche il fatto che avrebbe addirittura girato l'asse della mano che impugnava l'arma, per essere certo che il colpo fosse letale. Vanessa è così morta molto rapidamente, secondo il medico, e l'emorragia causata dalle coltellate ha fatto arrivare il decesso in pochi attimi.

È stato accertato anche il fatto che prima delle coltellate la vittima fosse stata picchiata: sono state infatti trovate contusioni al capo e al volto, e ferite da difesa sulle mani, come già emerso nella prima ispezione sul corpo. Confermata anche la gravidanza della donna: era arrivata all'incirca alla dodicesima settimana di gestazione. Nei prossimi giorni sarà eseguito sul feto anche un test per accertare la paternità.

Femminicidio Vanessa Ballan, nel video il momento in cui Buhar Fandaj scavalca la recinzione dell'abitazione

Gli inquirenti spiegano di avere le prove di responsabilità dell'indagato, un imbianchino di origini kosovare, residente in zona

Ora si attende il nulla osta della magistratura alla restituzione della salma ai familiari, e la fissazione della data del funerale. Nel frattempo, sia la comunità di Riese Pio X che quella di origine di Castelfranco hanno organizzato veglie di preghiera in sua memoria. Ma ad inchiodare Fandaj non ci sono solo i risultati degli esami autoptici. Sono infatti numerosi gli indizi e gli elementi raccolti dai carabinieri di Treviso, che tra l'altro confermano le aggravanti all'ipotesi principale di reato, quella di omicidio volontario.

Tra il materiale raccolto ci sono infatti i frame di un video di una telecamera di sicurezza di un'abitazione vicina a quella di Vanessa: si vede un uomo, con gli abiti che indossava Fandaj quando è stato fermato, e con una corporatura compatibile, mentre si aggirava nella zona nella tarda mattinata del 19 dicembre, gettando nel giardino un borsone nero, lo stesso sequestrato con attrezzi e strumenti di lavoro. All'interno c'era anche un martello con la scritta '7 color' - il nome dell'azienda del presunto killer - abbandonato sul luogo del delitto e usato per entrare nella casa rompendo il vetro di una portafinestra. In mano agli inquirenti anche un coltello, con il manico di legno e con una lama di 20 centimetri, recuperato nel lavello della cucina, dove era stato in parte lavato; è identico a un altro coltello trovato nella borsa e in casa di Fandaj e ora dovrà essere sottoposto ad una serie di accertamenti.

Intanto, dopo le ammissioni del procuratore di Treviso a proposito della sottovalutazione della situazione di pericolo per Vanessa che aveva presentato una denuncia contro Fandaj, accompagnata dal marito e padre del loro bimbo di 4 anni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto agli uffici competenti del Dicastero di acquisire negli uffici giudiziari una relazione dettagliata.

"La norma sul codice rosso è competenza degli esperti, da valutare a livello nazionale. Ma anche davanti al caso di Vanessa, evidentemente, qualcosa non ha funzionato", ha ribadito a Venezia il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha voluto dedicare l'incontro stampa di fine anno a Vanessa e a Giulia Cecchettin. "Se c'è una denuncia - ha aggiunto il presidente del Veneto -, un'irruzione in casa e il sequestro dei telefonini e il risultato è che dopo due mesi una giovane viene ammazzata, dico che dobbiamo essere più aggressivi. Davanti a un caso come questo è eclatante che la norma debba essere ripresa in mano".

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