Veneto / Il femminicidio

L'uccisione della giovane Vanessa Ballan: per gli inquirenti l'arrestato aveva premeditato il delitto e la fuga

Fandaj Bujar, 41 anni, kosovaro residente nel Trevigiano, era a casa quando i carabinieri lo hanno sorpreso: vari indizi fanno pensare che stesse preparando l'espatrio, dopo il delitto a Riese Pio X, in cui ha perso la vita la 26enne incinta, colpita con diverse coltellate. Da tempo il presunto assassino perseguitava la donna, ma non si era ritenuto di adottare misure restrittive: "La valutazione fatta era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata", spiega la Procura

TREVISO. Verso le 19 di ieri sera ha chiamato il 112 utilizzando un cellulare privo di scheda sim, confermando di essere l'uomo che aveva ucciso la 26enne Vanessa Ballan, e assicurando che si sarebbe costituito spontaneamente l'indomani alla stazione dei carabinieri del paese. All'uscita dalla doccia, mentre stava probabilmente progettando di scappare all'estero, Fandaj Bujar, 41 anni, cittadino kosovaro di Altivole (Treviso), gli uomini dell'Arma li ha trovati già pronti ad attenderlo sulla soglia di casa.

L'accortezza di usare un cellulare non rintracciabile, elemento che assieme ad altri accredita la premeditazione del femminicidio, insomma, non è servita perché da ore i militari tenevano d'occhio la palazzina dove risiede. Titolare di una piccola impresa edile, al suo nome erano arrivati piuttosto rapidamente, perché l'unica persona che avrebbe potuto avere un movente contro la giovane 27enne, madre di un bambino di quattro anni ed in attesa, da almeno un paio di mesi, di un secondo figlio.

Non è escluso che sapere della nuova gravidanza possa aver acuito il risentimento provato, e nato nel momento in cui era stato lasciato, alla fine di agosto. Da lì una lunga serie di persecuzioni e minacce, telefoniche e non. In particolare Bujar aveva avvertito Vanessa che avrebbe diffuso sui social un video che la smascherava.

Per Ballan, convivente con il compagno, Nicola Scapinello (28) e un figlio, era una prospettiva inaccettabile, al punto di farla decidere, il 26 ottobre scorso, di denunciare lo stalking. È stato Scapinello a indirizzare da subito gli inquirenti sulla giusta strada. Accompagnato in caserma subito dopo la scoperta del crimine - consumato tra le 11.21 e le 11.47 di ieri, orari di due messaggi whatsapp alla donna - il compagno ha riferito quanto sapeva. Ad esempio anche che, pochi giorni prima, Bujar aveva già provato a scavalcare la recinzione di casa e che dopo la denuncia le minacce erano sparite.

Forse anche per questa circostanza, di cui la magistratura era a conoscenza, dopo il sequestro del telefono con le immagini per ricattare la donna, non si è ritenuto di adottare altre misure restrittive della libertà. Così, in mancanza di elementi allarmanti, l'incensurato e apparentemente innocuo stalker è stato perso di vista.

"La valutazione fatta - ha ammesso il procuratore di Treviso Marco Martani - era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata". Il modo con cui ha messo in pratica il delitto, infatti, lascia intendere che il gesto fosse stato a lungo premeditato.

Per raggiungere la casa Bujar ha usato una bicicletta, per evitare di lasciare tracce nei dispositivi di rilevamento delle targhe. Con sé ha portato una borsa contenente lo strumento per sfondare la porta dell'abitazione, un grosso martello, e un coltello, lasciato sul posto dopo aver inferto almeno sette pugnalate mortali a Vanessa, e identico ad altri trovati poi a casa sua. Infine, la scelta di aprire una nuova utenza telefonica appena due giorni prima apre la strada ad ipotesi dell'esistenza di un progetto di fuga.

Sono tutti elementi che, secondo il procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani, indirizzano l'indagato alla più severa delle pene, precludendo la possibilità di ricorrere a riti alternativi.

La comunità di Riese Pio X, intanto, soltanto poche settimane dopo il festoso ritorno in paese della salma del pontefice che dà il nome al paese, si ripiega sul proprio sbigottito dolore.

"La terra di Pio X - scrive oggi il parroco, mons. Giorgio Piva - è messa a dura prova, proprio in questi giorni nei quali tutto intorno a noi parla del Natale ormai vicino. Il Signore sostenga chi è chiamato a indagare, perché chi è responsabile del delitto sia assicurato alla giustizia e possa pentirsi del male compiuto".

In paese era un volto noto, familiare, Vanessa Ballan, una giovane mamma, dal sorriso aperto dietro i grandi occhiali, "solare, simpatica e preparata" la ricordano i concittadini che la conoscevano anche perché lavorava in uno dei supermercati di Riese Pio X.

Da un po' però aveva lasciato al chiodo la divisa del supermarket per mettersi a riposo, raccontano oggi le colleghe ancora scosse, perché aspettava un figlio, il secondo. Ora c'è un bambino di 4 anni, ancora all'asilo, che dovrà vivere senza la sua mamma, e c'è una comunità sotto choc. "Povera donna - la ricorda una persona su un gruppo social cittadino - la conoscevo, lavorava all'Eurospin. Mi dispiace tanto, era simpatica. Riposa in pace mi dispiace per il bimbo e il marito".

"Conosco il marito, non benissimo - dice ai microfoni di una testata locale il sindaco di Riese Matteo Guidolin - Conosco però il nucleo familiare. Lei non la conoscevo ma era nota in paese perché lavorava in supermercato, quindi era conosciuta di vista".

Non è difficile conoscersi a Riese Pio X, diecimila abitanti, una decina di chilometri a nord di Castelfranco Veneto, la città d'origine di Vanessa e di suo marito. Si erano stabiliti lì, in un piccolo quartiere residenziale. Casette bifamiliari, un salone di parrucchiera che la ragazza frequentava.

Dal poco che postava sui social emerge una coppia sorridente e unita, dopo 11 anni di convivenza. Il marito, Nicola ha come foto principale quella della moglie, sorridente e allegra accanto a un'auto bianca, e la sua foto profilo su Facebook è un'immagine con lei in nave, forse una crociera. E anche sul profilo di lei Nicola c'è: gite al mare, qualche serata nei locali con gli amici, un festival musicale a pochi chilometri dove si erano divertiti insieme.

Tanti selfie insieme. Tanti baci, soprattutto. Su Facebook, tornando indietro nel tempo, si trovano ancora degli scambi di messaggi commoventi, di quando i due erano ancora fidanzati. C'è una rosa, probabilmente di plastica, con una dedica di lui: 'Il mio amore per te finirà quando tutti i petali di questa rosa cadranno', scriveva. Lei, che oggi non c'è più, gli giurava il suo amore. [Ansa]

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