Italia / Femminicidio

La Spezia, Rossella Cominotti trovata morta in un albergo: il marito ha confessato

Sul corpo della moglie, 53 anni, profonde ferite inferte con un rasoio. Alfredo Zenucchi ha confessato ai carabinieri parlando di un tentato suicidio di coppia che non sarebbe andato a buon fine

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LA SPEZIA. Era svanita nel nulla da 12 giorni con il marito, forse una fuga per questioni economiche dal Cremonese, dove risiedevano: Rossella Cominotti, di 53 anni, è stata trovata morta ieri mattina in una camera d'albergo a Mattarana, frazione di Carrodano nella provincia della Spezia. Il marito Alfredo Zenucchi, dopo una fuga durata poche ore, è stato fermato in auto a un posto di blocco dei carabinieri in Lunigiana, nel Comune di Licciana Nardi Non ha opposto resistenza ed è stato subito sottoposto a interrogatorio.

Il coniuge 57enne ha confessato di aver ucciso Rossella Cominotti nell'ambito di un tentato suicidio da parte di entrambi. Dalle prime indagini dei carabinieri sarebbe emersa la volontà espressa di entrambi di togliersi la vita. Il movente non è ancora chiaro. Vicino al corpo della vittima, trovato riverso sul letto con profonde ferite da taglio, è stata trovata la probabile arma del delitto: un rasoio a mano libera con cui l'omicida l'avrebbe colpita più volte.

Della coppia non si avevano più notizie da circa due settimane: marito e moglie, residenti a Cavatigozzi alle porte di Cremona, sono i titolari di un'edicola nel centro di Bonemerse davanti al palazzo del Comune.

Una parente di Rossella nelle ultime ore aveva lanciato un vano appello su Facebook per ritrovarla, denunciando che «in famiglia c'è molta paura» sulla sua sorte: «Stiamo cercando Rossella. Mancano da casa lei e il marito da ormai 12 giorni. - ha scritto - Vive a Bonemerse. I telefoni non ricevono più nemmeno whatsapp e chiamate. Dateci una mano».

Ma poi la scoperta del cadavere della donna e la caccia all'uomo tra Liguria e Toscana, dopo una fuga nemmeno organizzata, e infatti durata solo una manciata d'ore. Riservati, «persino schivi» a dispetto del lavoro che avevano deciso di svolgere, gli edicolanti, sempre a contatto con la gente: così i vicini di casa di Cavatigozzi e i clienti di Bonemerse descrivono Rossella e Alfredo. In provincia di Cremona, tra il quartiere del capoluogo dove abitavano in una villetta a schiera e il paese della cintura cittadina dove da poco più di un anno avevano rilevato l'attività, «più di una volta trovata chiusa», parlano di una coppia come tante.

«Mai sentiti urlare, mai assistito a liti particolari». Eppure Cominotti e Zenucchi, che proprio ieri ha compiuto 57 anni, a qualcuno dei vicini apparivano «strani». Non fosse perché si vedevano pochissimo e avevano rapporti quasi inesistenti con il vicinato, nonostante il complesso di residenza sia formato da abitazioni una attaccata all'altra. «Lui non lo abbiamo praticamente mai visto e avremo parlato con lei tre volte in tutto. E per dire buongiorno o buonasera».

Da mesi la casa sembrava come abbandonata. Solo una volta c'è stato un confronto: «Anche piuttosto duro per i cani e il modo in cui li tenevano. Sempre liberi, quasi abbandonati a loro stessi - rivela una vicina -. Ci siamo lamentati e lui ci ha quasi aggrediti».

Gli inquirenti sarebbero in possesso di elementi sufficienti per convalidare l'arresto di Zenucchi contestandogli il reato di omicidio volontario.

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