Europa / Il caso

L'Onu: «La Francia affronti il grave problema del razzismo nella polizia». Ma per Parigi non esiste

Mentre infuria la rivolta nelle periferie povere delle città francesi, dopo l'uccisione di un diciassettene da parte di un agente, torna la questione degli atteggiamenti discriminatori e della violenza delle forze dell'ordine: lo Stato, però, respinge ogni critica. Nel 2021, sono morte 37 persone durante interventi della polizia

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TRENTO. Mentre infuria la rivolta nelle periferie povere delle città francesi, dopo l'uccisione di un diciassettene da parte di un poliziotto, torna in primo piano anche il tema della violenza e del razzismo nelle forze dell'ordine.

Se lo Stato semplicemente nega che la questione si ponga, nella società sono molte, invece, le voci che chiedono un confronto serio, anche a fronte di dati oggettivi su morti e feriti causati dalle modalità di azione delle forze dell'ordine, anche durante semplici manifestazioni politiche di piazza.

Ora anche l'Onu rilancia la richiesta alla Francia di affrontare "seriamente i gravi problemi di razzismo e discriminazione sociale all'interno delle forze dell'ordine".

Lo ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, in una conferenza stampa a Ginevra, in merito alla morte dell'adolescente di Nanterre per mano della polizia.

"Chiediamo alle autorità francesi - ha aggiunto - di garantire che la polizia, quando interviene verso elementi violenti nelle manifestazioni, rispetti sempre i principi di legalità, necessità, proporzionalità, non discriminazione, precauzione e responsabilità".

Allo stesso tempo, la portavoce Onu chiede che ogni abuso e azione sproporzionata da parte della polizia sia sottoposta a severa indagine.

L'Onu ricorda che, secondo i dati ufficiali diffusi dalle autorità francesi, nel 2021 si sono registrati 37 decessi durante operazioni di polizia, in dieci di questi casi si è trattato di colpi di arma da fuoco risultati mortali.

E un colpo di pistola alla testa, sparato da poche decine di centimetri da un poliziotto, ora in custodia, ha ucciso il diciasettenne Nahel, a Nanterre, vicino a Parigi.

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Proseguono le proteste dopo l'uccisione di Nael da parte di un agente

Ma l'appello Onu ad aprire un confronto sul razzismo nelle fila della polizia è stato immediatamente rispedito al mittente dal Quai d'Orsay, che l'ha giudicato "del tutto infondato", sfoderando così una supponenza piuttosto tipica degli ambiti del potere politico parigino.

Sul piano dell'inchiesta a Nanterre, nessuna novità di rilievo.

La terza persona che era in auto con Nahel, e che tuttora non è stato rintracciato dalle autorità, ha parlato invece con Le Parisien, affermando di essere fuggito per paura che i poliziotti sparassero anche a lui.

Ha aggiunto che Nahel era stato colpito e probabilmente per questo è inavvertitamente ripartito lasciando il pedale del freno. Ma avrà occasione di parlarne con gli inquirenti quando si presenterà alla polizia, nei prossimi giorni secondo quanto ha annunciato. Il fine settimana si presenta come il momento cruciale di questa fase delicata: per la quarta notte e la quinta, fra sabato e domenica, non ci sono segnali di miglioramento della situazione.

"Ci troviamo di fronte a un episodio particolarmente drammatico, un momento molto difficile, che ci costringerà a riflettere sulle condizioni di intervento delle forze dell'ordine e in particolare di alcune forze dell'ordine, come quelle che martedì mattina sono intervenute facendo uso delle loro armi contro un adolescente, in totale violazione di tutte le disposizioni di legge", ha detto - in un'intervista a Le Monde - Patrick Jarry, dal 2004 sindaco di Nanterre (è stato eletto in una lista di sinistra), la città dove Nahel viveva e dove è stato ucciso dalla polizia, dando il via ad un'ondata di violente proteste in tutta la Francia.

"A Nanterre i rapporti tra il commissario di polizia e il municipio - aggiunge al quotidiano francese - sono normali, improntati al rispetto reciproco. Il questore è un funzionario competente e in generale il lavoro della polizia si svolge nel rispetto delle regole".

Poi osserva: "Quest'omicidio ha provocato una fortissima emozione che gli abitanti hanno espresso partecipando in massa alla marcia bianca ed esprimendo il loro sostegno alla famiglia di Nahel. C'è grande tristezza e profonda indignazione. Domina la domanda di giustizia. Le migliaia di persone che hanno espresso la loro rabbia vogliono essere sicure che giustizia sarà fatta in modo equo. Non sono sicuri. Sono preoccupati".

Dall'estero, intanto, Paesi come l'Italia, la Norvegia o la Gran Bretagna mettono in guardia i loro cittadini sulla situazione a Parigi, mentre Berlino si dice «preoccupata».

"La questione riguarda esclusivamente la Francia, evidentemente c'è un malessere, soprattutto nelle grandi periferie francesi e questo poi è esploso poi quando c'è stato questo episodio molto triste che non doveva accadere", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani interpellato durante il programma 'Caffè Europa' di Rai Radio 1. Tajani ha quindi sottolineato l'invito alla prudenza per gli Italiani che vanno in viaggio in Francia, "a seguire quello che dice la stampa, seguire i consigli della forze dell'ordine e non avvicinarsi a luoghi dove ci sono scontri che possono essere pericolosi. Questo si. Agli italiani abbiamo dato messaggio di prudenza". 

Nel Regno Unito, il ministero degli Esteri ha avvertito coloro che intendono recarsi in Francia di fare attenzione ai disagi possibili durante i disordini nel Paese. Nei nuovi consigli di viaggio di venerdì, il governo ha esortato i britannici a evitare i disordini, affermando che i loro luoghi e orari erano "imprevedibili", riferisce la Bbc. Si avverte che potrebbero esserci interruzioni alla circolazione stradale e ai trasporti locali e che alcune autorità locali potrebbero imporre ulteriori coprifuoco.

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