Italia / Il caso

Clochard africano ammazzato di botte, fermo convalidato per i due sedicenni

Disposto il trasferimento nel carcere minorile di Nisida, sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Fiaccolata degli amici ddella vittima, Frederick: "Da tempo era stato preso di mira. Lo abbiamo difeso più volte. Ma qui è invivibile ormai"

NAPOLI. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minori di Napoli a convalidato il fermo emesso nei confronti dei due sedicenni accusati di aver percorso a morte il clochard di origini ghanesi ucciso nei giorni scorsi a Pomigliano D'Arco, in provincia di Napoli.

Il giudice ha anche disposto il trasferimento nel carcere minorile di Nisida. Il reato contestato dai carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano d'Arco dei confronti dei due sedicenni e l'omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.

"Non basta la condanna e la consapevolezza del collasso culturale che ci vede di fronte a tre vittime. Bisogna accendere una rivoluzione culturale". Così il vicesindaco di Pomigliano d'Arco (Napoli), Domenico Leone, partecipando alla fiaccolata in ricordo del senzatetto barbaramente pestato da due 16enni, fermati ieri dai carabinieri.

"Bisogna fare una rivoluzione culturale nelle scuole - ha aggiunto - nelle istituzioni, ma soprattutto nelle famiglie. Cerchiamo di ritrovare il dialogo". Alcuni immigrati che nel 2011 erano ospitati insieme a Frederick, in tutto 50 persone, in un hotel cittadino, ricordano l'allegria dell'uomo.

"Amava ballare - raccontano - rideva. E allora lavorava. Si alzava alle 4 e scaricava la frutta al mercato ortofrutticolo".

Attorno ai giovani si sono radunati diversi cittadini, e alcuni residenti della zona di via Principe di Piemonte, dove Frederick dormiva ed è stato picchiato.

"Siamo tutti uguali - spiegano due donne - nelle nostre vene scorre lo stesso sangue. Frederich era una persona meravigliosa. Si fermava a ballare con i nostri figli. Non chiedeva nulla. Se gli offrivano di utilizzare il bagno, qualsiasi cosa volevamo fare per lui, rifiutava. Non voleva dare fastidio. Chiedeva un panino. E lunedì lo hanno trovato in un cortile dove aveva cercato forse riparo, nascosto dietro una macchina. Nessuno lo ha sentito, forse non ha neanche avuto la forza di urlare".

Una donna racconta che l'uomo era stato "preso di mira".

"L'anno scorso lo abbiamo portato in ospedale per le ferite che aveva - aggiungono - gli tiravano le pietre. Lo abbiamo difeso più volte. Ma qui è invivibile ormai. Mia figlia è stata picchiata da un suo coetaneo 11enne solo perché ha cercato di dissuaderlo dal picchiare un cane. Ora si fa la fiaccolata, ma le istituzioni, avvertite di quanto accade, cosa fanno? I servizi sociali dove sono? Ora due sedicenni che potevano essere fermati in tempo, hanno massacrato senza motivo un essere umano, gli hanno tolto la vita, ed hanno distrutto anche la loro".

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