Europa / Il caso

Francia, altri scioperi contro la riforma delle pensioni: trasporti ko, blocchi stradali e raffinerie paralizzate

Secondo i sindacati, oggi, 7 marzo, è la giornata decisiva della lotta contro la legge voluta dal governo Macron, che innalza l'età pensionabile. Rischio sciopero a oltranza contro una legge che la stragtrande maggioranza dei cittadini rifiuta. Sul piede di guerra anche i lavoratori di luce e gas: rischio blackout

PARIGI. È scattata già questa notte, con blocchi stradali su molte provinciali come ai tempi dei "gilet gialli", la sesta giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni del governo francese, quella del "tutto per tutto" dei sindacati che cercano di far piegare la determinazione di Emmanuel Macron e della premier Elisabeth Borne.

Oltre 260 manifestazioni sono previste in tutto il Paese contro la legge che vuole elevare l'età pensionabile da 62 a 64 anni, si prevede che oltre un milione di persone scendano in piazza.

Paralizzato il trasporto pubblico, mentre i sondaggi vedono crescere nell'opinione pubblica la contrarietà alla riforma. In media circa il 70% dei cittadini si dice contrario, ma considerando soltanto la popolazione attiva (esclusi gli attuali pensionati, non toccati dalla novità) si sale verso il 90% di no alla legge, attualmente in Parlamento.

Francia, ancora proteste contro la riforma delle pensioni: blocchi stradali

Nella notte falo' e detriti su una via presso un'area commerciale di Rennes, danni ai negozi

Fin dalle prime ore, la CGT ha annunciato che tutti i trasporti in partenza dalle raffinerie sono stati bloccati, una decisione che sembra preludere alla scelta di protrarre ad oltranza lo sciopero, la minaccia più temuta dal governo. "L'obiettivo è che il governo ritiri il suo progetto - ha insistito il segretario della CGT, Philippe Martinez, intervistato da France Info - è il nostro obiettivo dal 19 gennaio. La responsabilità è unicamente del governo. Non si può restare sordi al movimento sociale".

I responsabili dei principali sindacati di Francia attendono "oltre 2 milioni" di manifestanti in piazza oggi. Quella di oggi, è la sesta giornata di scioperi e manifestazioni contro l'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni. Per le parti sociali, ora si entra "in una nuova fase" della protesta dopo i cortei che hanno scandito l'attualità d'Oltralpe dal 19 gennaio.

I dipendenti delle aziende che gestiscono elettricità e gas, preoccupati, come quelli della Ratp, per l'abolizione del regime speciale finora loro riservato, hanno iniziato venerdì scorso uno sciopero, con la minaccia di estenderne la durata fino a che il governo non ritiri la riforma. Intanto l'agitazione ha già portato a riduzioni della produzione di elettricità in diverse centrali nucleari, pur senza causare disservizi per i clienti.

"Se Emmanuel Macron non vuole una Francia paralizzata e una settimana senza luce, farebbe meglio a ritirare la sua riforma", ha avvertito Sébastien Ménesplier, segretario generale del sindacato dell'energia CGT. "Saremo capaci di tutto", gli ha fatto eco il segretario federale Fabrice Coudour. Il ministro dei conti pubblici Gabriel Attal ha invitato da parte sua i sindacati alla "responsabilità" sottolineando che a essere messi in ginocchio da un eventuale sciopero prolungato saranno "i francesi, i lavoratori".

"Penso che oggi avremo oltre 2 milioni di persone in piazza", dice a radio RTL il segretario di Force Ouvrière (FO), Frédéric Souillot, aggiungendo che "in molti luoghi la Francia si è fermata". Per il capo di CFDT, Laurent Berger, "non bisogna rassegnarsi, fare indietreggiare il governo sui 64 anni è possibile", ha detto all'emittente LCI, auspicando di superare il record del 31 gennaio (con 2,5 milioni di persone in piazza secondo i sindacati). La CGT prevede oggi 265 manifestazioni in tutto il Paese.

Fonti di polizia attendono tra 1,1 e 1,4 milioni di manifestanti, di cui 60-90.000 a Parigi. Nella capitale, il corteo partirà alle 14 da Sévres-Babylone in direzione Place d'Italie. Il sindacato Solidaires auspica uno "tsunami sociale" che spinga Macron a fare retromarcia.

Seppellita a fine 2019 dopo scioperi a oltranza e l'avvento del covid, la riforma previdenziale è stata tra le grandi promesse non mantenute di Macron nel precedente quinquennato (2017-2022). Nella campagna elettorale che lo ha riconfermato all'Eliseo, ad aprile, lui si è impegnato a farla varare rapidamente, probabilmente entro fine estate. Ma tra l'opposizione nelle piazze e in parlamento la strada è tutta in salita.

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