Garda / Le indagini

Violenze alle ragazze in treno e devastazioni a Peschiera e Castelnuovo: si stringe il cerchio attorno al "branco"

Aperte due le inchieste parallele dalla Procura di Verona, molteplici i reati ipotizzati e già decine i ragazzini (per lo più minorenni) già identificati. La denuncia delel sei ragazze molestate sul treno mentre tornavano a Milano da Gardaland: mentre ci toccavano ci urlavano"qui non vogliamo italiani". La gran parte del gruppetto sotto accusa sarebbe stato composto da giovanissimi di origine nordafricana. E la politica ha già scatenato l'ennesima polemica

VERONA. Sono due le inchieste parallele sulle quali sta lavorando la Procura di Verona dopo la maxirissa avvenuta il 2 giugno sul Lago di Garda.

La prima riguarda i disordini tra Peschiera e Castelnuovo, in città e in spiaggia. Per questo fascicolo l'ipotesi è di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina.

Sono decine i ragazzi identificati nelle ultime ore, come partecipanti alla rissa, avvenuta durante un raduno convocato su Tik Tok cui avrebbero partecipato in gran parte (ma non solo) giovani di origine nordafricana.

Si tratta di giovanissimi, molti minorenni, arrivati non solo dal Veronese e altre province del Veneto, ma soprattutto dalla Lombardia, fino a Milano. Oltre a rissa aggravata, una delle accuse ipotizzate, cui si potrà dar seguito solo in seguito alla denuncia delle parti offese, è di danneggiamenti. I più scalmanati infatti sono saliti sulle auto in sosta, altri hanno travolto i plateatici.

Il secondo filone delle indagini si focalizza specificatamente sulle violenze sessuali denunciate da sei adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa dopo una giornata a Gardaland.

Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, non è escluso che la Procura veronese valuti anche l'aggravante, per la seconda inchiesta, dell'odio razziale, sulla base proprio delle dichiarazioni delle cinque vittime. "Mentre ci toccavano senza lasciarci scampo - ha raccontato una delle adolescenti agli investigatori - ci urlavano 'qui non vogliamo italiani'".

Dalle botte in spiaggia alle scintille tra i sindaci del Garda sul rimpallo delle responsabilità. 

Attraverso le immagini dei molti video in rete che riprendono devastazioni e aggressioni, gli investigatori stanno stringendo il cerchio in particolare attorno agli autori, pare una trentina, delle molestie denunciate dalle sei adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa da Gardaland.

Sia la Procura che la Questura di Verona hanno scelto al momento la strada del silenzio assoluto.

"Quando mi ha detto che era bloccata, che le stavano tutti addosso e non riusciva nemmeno a respirare sono impazzito... mia figlia era in balia di gente senza scrupoli e io ero a casa impotente. Se non fosse riuscita a scendere a Desenzano quelli non so cosa le avrebbero fatto". È il racconto del padre di una delle ragazze che hanno subito violenza sessuale su un treno al ritorno da Gardaland, genitore di una delle due residenti nel Pavese, mentre altre tre sono di Milano.

Il padre esprime critiche al sistema di emergenza e alle ferrovie: "Ho chiamato prima la Polizia Ferroviaria di Peschiera, ma non rispondeva nessuno, poi il 112, che mi ha passato i Carabinieri di Peschiera, che mi hanno detto di chiamare la Polizia ferroviaria... a quel punto sono salito in macchina. Mezzora dopo mi hanno chiamato i Carabinieri ma mia figlia era riuscita a scendere a Desenzano".

La sabbia delle due località rivierasche si arroventa comunque ulteriormente in queste ore trasformando la vicenda in un caso politico, con scambio di accuse reciproche.

Ad accendere la miccia il sindaco di Peschiera, Orietta Gaiulli, che chiama direttamente in causa per i casi di guerriglia urbana sedati dalle forze dell'ordine l'omologo di Castelnuovo, lamentando in una lettera al Governo, al Prefetto e al Questore di Verona «l'incapacità del Comune di Castelnuovo di dare una definitiva sistemazione alla spiaggia, ormai da tre anni teatro di violenze e scempi». Una missiva che il primo cittadino dice di aver inviato il 30 maggio lanciando l'allarme «per possibili problemi di ordine pubblico nel territorio, a causa di gruppi che si dirigevano verso la spiaggia libera del vicino comune di Castelnuovo».

Gaiulli ricostruisce la vicenda, sottolineando che «migliaia di ragazzi, di colore e non, sono transitati dalla stazione di Peschiera, percorrendo il Lungolago Garibaldi, fino alla spiaggia libera di Castelnuovo». Immediata la replica del sindaco di Castelnuovo: «non è questo il momento di fare inutili e sterili polemiche e di alimentare campanilismi - afferma - in quanto gli operatori economici, i nostri cittadini e i turisti, ci chiedono un Garda unito per risolvere le problematiche».

Agli attacchi Dal Cero, nell'invocare pene severe per i responsabili anche se minorenni, replica secco: «la sindaca non conosce il territorio del Garda».

La Lega, attraverso il suo leader Matteo Salvini, e il governatore del Veneto, Luca Zaia, chiede che venga abbassata la soglia della punibilità. «Sanno che non rischiano nulla - afferma Salvini - perché sono minori. Soprattutto per certi reati abbassare la soglia di punibilità credo sia doveroso». Un concetto ripreso anche da Zaia, per il quale «non ci possono essere giustificazioni» ed è indispensabile «abbassare la soglia di età per la punibilità» e uscire dall'idea che l'Italia sia «diventato il Bengodi dell'impunibilità».

A lanciare l'allarme sui ritrovi di ragazzini ad alto tasso alcolico che finiscono in rissa è anche il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, dopo le bravate dello scorso fine settimana. Il bilancio della località balneare veneta è di centinaia di interventi, soprattutto nella notte di sabato, schamazzi, botte e feste abusive con giovani ubriachi. «Domani sentirò in videoconferenza il Prefetto di Venezia - annuncia - e gli chiederò che i rinfozi delle forze dell'ordine arrivino ora e non a metà luglio, perchè la situazione è grave».

Gli investigatori sulle violenze in treno non potranno contare sulle immagini delle telecamere di sorveglianza.

Il convoglio, a quanto si è saputo, non essendo di recente costruzione, non aveva infatti telecamere di sorveglianza, a differenza di quelli più nuovi, della flotta che percorre la linea Verona- Porta Nuova Milano.

Numerosi dei partecipanti ai disordini sulla spiaggia, a cui ha posto termine la polizia con equipaggiamento antisommossa, si erano riversati in stazione ed erano saliti a bordo di quel treno.

Allo stato, alla Polfer di Milano risultano depositate solo le cinque denunce iniziali da parte di ragazze che sono state pesantemente molestate sul convoglio da un gruppo di giovani, tra cui nordafricani, secondo il loro racconto, e che sono riuscite a scendere alla stazione successiva a Peschiera: Desenzano del Garda. Qui, mentre erano in lacrime, sono state raggiunte dai genitori. Il giorno dopo hanno sporto denuncia a Milano e le denunce sono state trasmesse all'autorità giudiziaria di Verona competente per territorio.

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