Salute / Il caso

Falsi green pass venduti in rete: centinaia di «clienti» no vax, anche in Trentino, indagati dalla Polizia Postale

La «centrale» era una organizzazione malavitosa napoletana, che otteneva i certificati «hackerando» i sistemi informatici delle Aziende Sanitarie tramite l’accesso per le farmacie

NAPOLI. Al momento sono 120 le persone scoperte che hanno acquistato i green pass falsi ottenuti da una organizzazione criminale, scoperta dalla Polizia di Stato, coordinata dal pool cyber crime della Procura di Napoli, violando i sistemi sanitari regionali sfruttando i canali di accesso messi a disposizione delle farmacie per inserire i codici dei tamponi e dei vaccini effettuati.

Gli utilizzatori dei falsi green pass sono stati sinora localizzati nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma e Trento, ma sono in corso accertamenti finalizzati a definire il numero reale, che si stima essere assai più ampio, di coloro che si sono rivolti nel tempo all'organizzazione criminale oggetto delle indagini per sfruttarne gli illeciti servizi.

Al momento sono complessivamente 135 le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta del pool cyber crime della Procura di Napoli. Si tratta di 15 persone già iscritte nel registro degli indagati e 120 loro clienti. Con la collaborazione del Ministero della Salute, i falsi green pass individuati sono stati disabilitati, in modo da impedirne ogni ulteriore utilizzo e le pagine web create sono state sottoposte a un sequestro preventivo disposto in via d'urgenza dal Pubblico Ministero.

Le perquisizioni e i sequestri, da Nord a Sud, sono stati eseguiti dai vari reparti della Polizia Postale e delle Comunicazioni

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