Brasile: attentato a Bolsonaro, la polizia riapre il caso

L'avvocato del presidente: 'Sua morte ordinata dalla sinistra'

RIO DE JANEIRO

(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 26 NOV - La polizia federale brasiliana ha riaperto l'inchiesta sulla coltellata all'allora candidato alla presidenza della Repubblica Jair Bolsonaro, avvenuta nel settembre del 2018 a Juiz de Fora, nello Stato di Minas Gerais (sud-est) durante la campagna elettorale: lo rende noto il sito Poder360, secondo cui gli inquirenti stanno indagando sulla partecipazione di terzi all'attentato. Dopo l'episodio, il 3/o Tribunale di Juiz de Fora autorizzò la violazione del segreto bancario di Zanone Manuel de Oliveira Junior, che all'epoca difendeva l'accoltellatore, Adelio Bispo. Fu disposto anche il sequestro del telefono, dei libretti di cassa, delle ricevute e delle prove di pagamento delle spese legali. Subito dopo, il Tribunale federale regionale della I Regione (Trf-1, corrispondente alla Corte d'appello) vietò la violazione della riservatezza e l'accesso ai dati di Zanone. All'inizio di questo mese, il Tribunale ha però fatto marcia indietro, consentendo l'analisi dei dati. La prima inchiesta sul caso si concluse nel settembre 2018 e rilevò che Bispo aveva agito da solo in quel momento e che la motivazione sarebbe stata "indubbiamente politica". Nel maggio 2020, la polizia federale concluse la sua seconda indagine, sostenendo che Bispo aveva colpito di propria iniziativa, senza mandanti e senza l'aiuto di terzi. L'avvocato Frederick Wassef, che rappresenta Bolsonaro, ha affermato all'inizio di novembre di avere le prove che la pugnalata venne finanziata "dalla sinistra" e che l'attentatore "non è pazzo" (a causa della presunta infermità mentale Bispo non è stato considerato penalmente imputabile). "Hanno ordinato la morte del presidente della Repubblica. Adelio è un assassino professionista cooptato per assassinare il presidente Jair Bolsonaro", ha sostenuto il legale. (ANSA).

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