Provincia / Ambiente

Italcementi riapre, Tonina non ne sa niente e chiede l’Aia (che l’azienda ha già, e ne ha già parlato con i suoi uffici)

Un altro caso di assessore tenuto all’oscuro di quello che succede: «Se decidessero di riaccendere il forno hanno bisogno di autorizzazioni, non ho avuto alcuna comunicazione». Ma invece...

di Gigi Zoppello

SARCHE. La riapertura dei forni allo stabilimento Italcementi di Sarche ha provocato preoccupazione fra i residenti della val dei Laghi, una polemica politica e un’ampia riflessione con le spiegazioni tecniche della ditta e la mediazione dei sindacati. Ma ci sono alcuni aspetti che lasciano sconcertati. A cominciare dal fatto che l’assessore provinciale all’ambiente – Mario Tonina – non sapeva che il suo assessorato aveva già dato l’autorizzazione (Aia) all’impresa.

Ha infatti superato quota trecento firme la petizione lanciata dal Comitato per chiedere che non venga riacceso il forno dello stabilimento Italcementi di Sarche. Ai nominativi raccolti in forma cartacea (presso la farmacia di Sarche e la vinoteca dell’azienda agricola fratelli Pisoni a Calavino, il Bar Stop di Sarche e la rivendita alimentare Lunelli), si aggiungono infatti quelle raccolte attraverso la piattaforma Change.org (Sostieni un futuro ecologico in valle dei Laghi).

Il Comitato, presieduto dal viticoltore Marco Pisoni e dall’ingegnere Ivan Deromedis chiede di salvaguardare le produzioni biologiche e spinge per un turismo sostenibile. Ora si attendono una presa di posizione anche dalla politica: hanno scritto all’assessore all’ambiente Mario Tonina e all’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli.

Il vicepresidente della giunta, Mario Tonina, si diceva pronto ad incontrare il Comitato, ma per ora su questa delicata partita non si sbilancia, in attesa di comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda. «Io non rilascio dichiarazioni per un semplice motivo - spiega - perché finora non ho avuto alcuna richiesta da parte di Italcementi di riprendere l’attività. Finché non vengo investito ufficialmente della questione, non posso fare valutazioni».

Ancora Tonina. L’azienda ha annunciato la riattivazione della linea di cottura e l’assunzione di 30 persone per produrre 250 mila tonnellate di cemento. «Se decidessero di riaccendere il forno - dice Tonina - hanno bisogno di autorizzazioni (Aia, Autorizzazione integrata ambientale), che rilascia Appa e, ad oggi, su questo punto non ho avuto alcuna comunicazione. Se saremo coinvolti - conclude - faremo delle valutazioni complessive, con responsabilità, come sempre. Ovviamente incontrerò volentieri il Comitato».

Peccato che l’Italcementi la certificazione Aia ce l’ha già, rilasciata proprio dagli stessi uffici di Tonina. Come ha spiegato il direttore tecnico Agostino Rizzo: «Per l’impianto è ancora attiva l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che permette l’attività produttiva e quindi consente il funzionamento del forno senza la necessità di richiedere nuove autorizzazioni. L’AIA è stata riesaminata negli scorsi anni ed è in linea con le “BAT Conclusions” europee, che indicano le migliori tecnologie disponibili e forniscono alle autorità nazionali le linee guida per stabilire le condizioni in base alle quali rilasciare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) agli impianti. L’autorizzazione di Sarche ha peraltro una validità di 12 anni anziché di 10, perché la cementeria ha sempre mantenuto attiva volontariamente la certificazione ambientale ISO 14001, che certifica la gestione ambientale di un impianto».

E la Provincia è stata informata? «In questi giorni – diceva Rizzo – abbiamo incontrato anche i funzionari di riferimento della Provincia per gli aspetti ambientali, ai quali abbiamo illustrato il percorso previsto e gli interventi pianificati».

Peccato che nessuno l’ha detto a Mario Tonina. Dopo la nomina di primari ospedalieri «a insaputa» dell’assessore Segnana (che è costata il posto al direttore dell’Azienda Sanitaria Benetollo), e dopo il caso del palazzetto dello sport di Trento che deve essere rifatto (e l’assessore Failoni dice che nessuno gliel’ha detto), un altro caso di assessore provinciale che evidentemente non viene informato di quello che fanno i suoi dirigenti.

Divertente? No: quando si parla di salute e ambiente, decisamente non divertente. E preoccupante.

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