Il caso / A Rimini

Il Comune chiude l’asilo “no-vax” ma il Consiglio di Stato lo fa riaprire

L’amministrazione di Rimini era intervenuta contro l’attività di una associazione dilettantistica sportiva che in realtà avrebbe offerto servizi educativi per l’infanzia senza rispettare l’obbligo vaccinale

RIMINI. Potrà riaprire "l'asilo no vax" a Rimini chiuso dall'amministrazione cittadina. Agli inizi di maggio il Tar dell'Emilia-Romagna, rigettando il ricorso presentato dal gestore della struttura, aveva sancito la bontà del comportamento del Comune di Rimini che, lo scorso febbraio, aveva sospeso l'attività di quella che si presentava come un'associazione dilettantistica sportiva, ma che, secondo l'Amministrazione della città romagnola avrebbe offerto servizi educativi per l'infanzia in violazione delle norme regionali, in primis, quella dell'obbligo vaccinale. Ora - come riporta la stampa locale riminese - il Consiglio di Stato ha ribaltato la pronuncia e la struttura potrà riaprire.

La vicenda era salita agli onori delle cronache, non solo locali, perché l'associazione, non avrebbe richiesto l'obbligo vaccinale ai bambini e dunque sarebbe stata frequentata in particolare da famiglie no-vax.

I controlli della Polizia locale avevano accertato come l'attività condotta nella struttura non rientrasse nei parametri dei servizi ludico-ricreativi, ma avesse tutte le caratteristiche del servizio per la prima infanzia, ovvero il servizio tutti i giorni della settimana dalle 8 alle 14.30, con tanto di consumazione del pasto e retta mensile.

Un'impostazione, quella dell'Amministrazione della città romagnola che era stata contestata, fin da subito, dai vertici della struttura.

«Siamo un'associazione sportiva dilettantistica - spiegavano in una nota - e, in quanto tale, nel rispetto della normativa vigente, non possiamo e non dobbiamo richiedere la situazione sanitaria dei tesserati, cosa che spetta invece ad altri organismi preposti».

La pronuncia del Tar sulla sospensione - cui la stessa associazione era ricorsa - aveva definito «corretta la ricostruzione della fattispecie da parte del Comune».

Adesso, con la presa di posizione del Consiglio di Stato, il Comune di Rimini - in attesa che il Tar si esprima nel merito fra qualche settimana - si assoggetterà alla decisione ma invita anche la Regione a seguire i fatti con attenzione.

«Le sentenze vanno rispettate e il Comune naturalmente lo farà - commenta ai quotidiani riminesi l'assessore alla scuola, Mattia Morolli - Certamente andremo davanti al Tar per sostenere nel merito le nostre ragioni». Di fatto, osserva, «il pronunciamento del Consiglio di Stato, pur in attesa del giudizio di merito, rischia di mettere in discussione la legge regionale, aprendo le porte a un tana libera tutti».

La sentenza deve essere guardata con molto attenzione anche in Via Aldo Moro, sede della Regione. Ora, conclude Morolli, «quell'associazione potrà riprendere la sua attività e ci vedremo fra qualche settimana al Tar per il giudizio di merito».

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