Economia / Il settore

Allevatori, Fezzi a sorpresa lascia la presidenza della Federazione

Annuncio in assemblea, l’allarme dei soci per le predazioni dei lupi, e la crisi dovuta alla mancanza di turisti. Ma il bilancio è in salute, anche per le 400 mila dosi di seme prodotte dal Centro Fecondazione Artificiale

TRENTO. Mauro Fezzi ha annunciato l'intenzione di dimettersi, nel prossimo autunno, dalla carica di presidente della Federazione provinciale degli allevatori del Trentino. L'annuncio - riporta una nota - è arrivato a sorpresa, oggi, durante l'assemblea annuale dei soci.

Si tratta di dimissioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del mandato, prevista nel 2022. Nel periodo transitorio, la federazione sarà guidata dal vicepresidente Giacomo Broch, fino all'appuntamento elettivo del prossimo anno.

Nella sua relazione, Mauro Fezzi ha parlato di una "difficoltà per l'allevamento e per gli allevatori legata alla presenza e all'incremento incontrollato dei grandi carnivori, in particolare il lupo" in ragione dei "ripetuti attacchi anche in prossimità dei centri abitati", e delle difficoltà legate al venir meno dei ricavi collegati al turismo, con una chiusura d'anno che "ha visto un arretramento delle remunerazioni a fronte di un incremento dei costi di produzione che hanno determinato una situazione di crisi".

All'assemblea hanno partecipato l'assessore provinciale all'agricoltura Giulia Zanotelli, che è intervenuta per presentare gli aiuti a favore delle realtà in difficoltà e le politiche di contenimento dei grandi carnivori, e il vicesindaco di Trento Roberto Stanchina. "Dobbiamo stabilire qual è il numero massimo di esemplari che un territorio come il nostro può sopportare - ha detto Zanotelli a proposito del tema dei grandi carnivori - perché è evidente che non ha alcun senso paragonare il Trentino, con la sua zootecnia, i suoi alpeggi, la sua agricoltura di montagna, a certi territori molto più estesi e pressoché disabitati. La posizione della Giunta provinciale sul tema è chiara e non è mai cambiata, e continueremo a sostenerla nelle nostre interlocuzioni con il Governo".

La Federazione provinciale degli allevatori del Trentino chiude il bilancio 2020 in positivo, con un valore complessivo di produzione che raggiunge i 14.670.000 euro. Il patrimonio netto della cooperativa è di 8,1 milioni di euro, mentre l'utile è stato di 464.000 euro, grazie al buon andamento del Centro fecondazione artificiale (Cfa), del punto vendita, dell'impianto fotovoltaico e della gestione delle malghe.

I dati, riporta un comunicato, sono stati riferiti durante l'assemblea dei soci di oggi dal direttore Massimo Gentili. Nel 2020 e nella prima parte del 2021, sono stati seguiti 742 allevamenti di bovini con poco meno di 20.000 capi adulti, 92 aziende per 2.431 ovicaprini delle razze autoctone, 342 allevamenti con complessivi 610 cavalli delle razze Haflinger e Norico.

I tecnici della federazione hanno svolto più di 7.000 visite in allevamento con raccolta di quasi 200.000 dati e prelievo di circa 180.000 campioni di latte. I servizi commerciali hanno visto la movimentazione totale di 11.300 capi con quotazioni complessivamente soddisfacenti.

Il Cfa ha proseguito l'attività di confezionamento di materiale seminale bovino (oltre le 400.000 dosi, in gran parte esportate), confermandosi uno tra i principali centri a livello mondiale per la razza Bruna (programma Superbrown). L'assemblea dei soci ha poi eletto gli amministratori Roberto Simonetti, Silvio Stroppa, Antonello Ferrari, Gianluca Graziadei e Flavio Sighel.

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