Covid, il Cts propone chiusure nei week-end e un giro di vite in zona gialla

Nuove proposte per maggiori restrizioni anti-contagio

Rafforzare le misure per le zone gialle, con l'obiettivo di ridurre i contatti tra le persone; zone rosse locali con misure più stringenti e severe, sul modello Codogno; chiusure nei fine settimana, come già fatto a Natale. Sono alcune delle indicazioni che, secondo quanto si apprende, gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno dato al governo alla luce dell'aumento dei contagi.

Gli esperti avrebbero anche segnalato la necessità di ridurre l'incidenza per ristabilire il contact tracing.

Nel corso della riunione, inoltre, il Cts ha evidenziato la necessità di estendere la campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi possibile e di potenziare il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti.

Tra le indicazioni inviate al governo, il Comitato ha anche ribadito la necessità di introdurre il criterio relativo all'incidenza settimanale: con 250 casi ogni 100mila abitanti si va automaticamente in zona rossa.

Un criterio che, con i numeri attuali, vedrebbe anche il Trentino finire direttamente nella fascia rossa.

La proposta era già stata avanzata dall'Istituto superiore di Sanità, e condivisa dal Cts, nella riunione dell'8 gennaio ma era poi stata respinta dalla Regioni le quali facevano notare che un criterio simile avrebbe ovviamente penalizzato quelle che effettuano più tamponi.

E nel Dpcm del 14 gennaio, l'ultimo del governo Conte, la modifica non era stata recepita. Nella riunione di oggi, infine, gli esperti del governo hanno ricordato quanto già scritto nel verbale di venerdì scorso e cioè che si arrivi ad una "tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio" in modo da avere dati più aggiornati possibile e intervenire più rapidamente con le azioni di "contenimento/mitigazione" a livello nazionale, regionale e locale.

 

"Se chiedete la mia posizione su un lockdown nazionale, penso che adesso non serva qualcosa di generalizzato. Vanno guardati i dati di settimana in settimana. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario. Nel frattempo la vaccinazione va avanti", dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s). "Non sono favorevole a un lockdown generalizzato ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree, aspetterei che si pronunci il Cts. Un rafforzamento in alcune aree del Paese vi è già stato con le nuove Regioni che hanno cambiato colore".


 

ROMA - E' in corso la riunione del Comitato tecnico scientifico chiesta dal governo per valutare la possibilità di eventuali nuove misure restrittive alla luce dell'aumento dei contagi.

Tra le ipotesi sul tavolo degli esperti, l'introduzione del criterio di 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa - già proposto dai tecnici a gennaio ma respinto dalle Regioni - un'ulteriore stretta nei fine settimana, con chiusure generalizzate, e delle zone rosse più rigide, come venne fatto a Codogno e negli altri comuni nella prima ondata del virus. In particolare, il Cts propone di togliere ai governatori e presidenti di Provincia la discrezionalità per le chiusure in zone superiori al limite di 250.

Se venisse approvata la norma, il Trentino diventerebbe subito zona rossa, avendo superato il limite dei 250 già da quattro settimane.

Con la "zona rossa" scatterebbe la chiusura delle scuole, dei negozi (tranne generi alimentari e beni necessari), e il lockdown anche diurno.

Le ipotesi sono quelle messe sul tavolo dal Governo, e debbono essere valutate dagli esperti, che poi dovranno formulare un nuovo piano di azione. Questo potrebbe essere adottato con un nuovo dpcm in aggiunta a quello in vigore da ieri.

Altra ipotesi, rafforzare le misure per le zone gialle, con l'obiettivo di ridurre i contatti tra le persone; zone rosse locali con misure più stringenti e severe, sul modello Codogno, chiusure nei fine settimana, come già fatto durante le vacanze di Natale. Sono alcune delle indicazioni che, secondo quanto si apprende, gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno dato al governo alla luce dell'aumento dei contagi.

Gli esperti avrebbero anche segnalato la necessità di ridurre l'incidenza per ristabilire il contact tracing. E spunta anche l'ipotesi estrema di unrafforzamento in "zona rossa" di tutta Italia nelle festività.

Estendere la campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi possibile: è un'altra delle indicazioni che, secondo quanto si apprende, sarebbe emersa nel corso della riunione. Per gli esperti c'è la necessità di potenziare il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti.

"Sulle varianti resistenti ai vaccini dobbiamo metterci in testa che serve tolleranza zero. Laddove si manifestano e c'è un focolaio, bisogna chiudere tutto, in stile Codogno, perché non possiamo permetterci che si diffondano nel paese. Significherebbe resettare l'orologio del paese un anno indietro", ha detto Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova, intervenendo durante la trasmissione Agorà su Rai 3. Rispetto alle varianti, l'esperto distingue anche tra la variante classica che ha colpito l'Europa nei primi mesi e quella inglese. "Con la prima i bambini avevano una resistenza da 20 a 30 volte maggiore di un adulto e questo ha permesso di lasciare aperte le scuole materne. La variante inglese invece ha rotto questa barriera e si diffonde bene anche in bambini fino a 5 anni. E' cambiato il quadro epidemiologico, ignorarlo comporta il rischio di aumentare i contagi. E' giusto che si prenda in considerazione la nuova caratteristica del virus. L'agenda la detta il virus, se cambia il virus devono cambiare le misure". Quanto ai parametri utilizzati per prendere decisioni, secondo Crisanti, "l'Rt è un parametro che è disponibile quando il dato è già vecchio, il numero dei casi settimanali è un parametro meno preciso ma più tempestivo, e potrebbe essere affiancato dalla percentuale di positivi ai tamponi molecolari".

"Non si vaccina quando c'è alta trasmissione del virus perché così facendo si favorisce l'emergere di varianti resistenti al vaccino. Per questo credo che il provvedimento sul tavolo del Cts vada nella direzione giusta, cercare di spegnere la trasmissione e cercare di vaccinare più persone possibili", ha spiegato Crisanti. Rispetto alle possibili soluzioni secondo Crisanti "è improponibile un lockdown generalizzato seguito da altro lockdown e altro lockdownCi vuole un piano chiaro preciso e che sia l'ultimo. Per farlo serve un piano nazionale finanziato per il monitoraggio delle varianti e potenziare il sistema di sorveglianza perché anche tra se qualche mese saremo vaccinati, non sarà così nel resto del mondo e - ha concluso Crisanti - dobbiamo assicurare agli italiani la possibilità di potersi spostare all'estero".


Chi sono i membri del CTS

Il Comitato tecnico scientifico è composto da:

Agostino Miozzo, Coordinatore dell’Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile del Dipartimento della protezione civile - con funzioni di coordinatore del Comitato;
Silvio Brusaferro, Presidente dell'lstituto superiore di sanità;
Claudio D’Amario, Direttore Generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute;
Mauro Dionisio, Direttore dell’Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima- aerea e di frontiera del Ministero della salute;
Achille Iachino, Direttore Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute;
Sergio Iavicoli, Direttore Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell'INAIL;
Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”;
Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della salute;
Nicola Magrini, Direttore Generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco;
Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della salute;
Nicola Sebastiani, Ispettore Generale della sanità militare del Ministero della difesa;
Andrea Urbani, Direttore Generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute;
Alberto Zoli, rappresentante della Commissione salute designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome.


Fanno parte del Comitato i seguenti esperti:

Massimo Antonelli, Direttore del Dipartimento emergenze, anestesiologia e rianimazione del Policlinico Universitario "A. Gemelli";
Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento Scienze dell'invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa – collo del Policlinico Universitario "A. Gemelli";
Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto di medicina delle catastrofi – con compiti di segreteria del Comitato;
Ranieri Guerra, rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità;
Francesco Maraglino, Direttore dell’Ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale del Ministero della salute;
Luca Richeldi, Presidente della Società italiana di pneumologia;
Alberto Villani, Presidente della Società italiana di pediatria.

comments powered by Disqus