L'ex presidente Sarkozy condannato a tre anni: corruzione di un magistrato

L'ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, è stato condannato oggi a 3 anni di carcere - 2 con la condizionale - per lo scandalo delle intercettazioni.

Fra le accuse, la corruzione di un magistrato. 

Sarkozy, 66 anni, è il secondo presidente della Repubblica condannato a una pena detentiva, dopo Jacques Chirac nella vicenda dei falsi impieghi al Comune di Parigi quando era sindaco.

L'accusa aveva chiesto per Sarkozy 4 anni di carcere, 2 con la condizionale.
Insieme agli altri due imputati, l'avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert, Sarzozy è stato trovato colpevole per quello che la presidente del tribunale ha definito "un patto di corruzione" e per traffico di influenze.

Il magistrato avrebbe ricevuto la promessa di vantaggi di carriera in cambio di informazioni coperte da segreto istruttorio sull'ex presidente della Repubblica.

La difesa di Sarkozy, che è in attesa di sentenze in altri due processi a suo carico, annuncerà con ogni probabilità il ricorso in appello.

L'anno di carcere da scontare, se confermato, potrebbe essere tramutato in regime di semilibertà o in lavori socialmente utili.

Il caso delle intercettazioni, o "affaire Bismuth", è legato a quello delle tangenti libiche per la campagna presidenziale del 2007. Quando i giudici misero sotto controllo il cellulare dell'ex presidente nel 2013 per indagare sul presunto denaro arrivato da Tripoli, scoprirono che Sarkozy utilizzava una linea segreta sotto il nome di "Paul Bismuth", per comunicare con il suo legale, Herzog.

L'accusa ritiene che alcune conversazioni intercettate hanno rivelato l'esistenza di un "patto" di corruzione: Sarkozy, attraverso Herzog, avrebbe dato "una mano" ad Azibert per ottenere una carica nel principato di Monaco a cui ambiva (e che non ha mai ottenuto).

In cambio, Azibert avrebbe fornito informazioni coperte dal segreto su una procedura avviata nei confronti dell'ex capo dello stato davanti alla Corte di Cassazione a margine di un altro scandalo, quello "Bettencourt", dal nome dell'erede L'Oreal.

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