Scuola, il ministro Bianchi alle autonomie: al lavoro per favorire il ritorno alle lezioni in presenza al 100%

Pieno ritorno in aula dei giovani italiani, per riprendere con le lezioni in presenza al 100%, e formazione professionale come strumento fondamentale per affrontare la crisi occupazionale.

Il nuovo ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi ha insistito su questi due punti, oggi, nel corso del suo primo incontro - in modalità di videoconferenza - con gli assessori alla scuola delle Regioni e Provincie autonome, fra cui l'assessore provinciale alla cultura, università e istruzione Mirko Bisesti.

"Un incontro svoltosi in un clima molto positivo. - ha commentato Bisesti, come spiega una nota della Provincia - Dopo l'assenza di confronto che aveva caratterizzato il Conte-bis, questa volta siamo entrati subito nei temi 'caldi': trasporti, percorsi quadriennali, attenzione alle scuole professionali ed ETS, ruolo dei territori e dei governi locali. Mi sembra che siamo partiti con il piede giusto".

"Quando chiude una scuola in un paese di montagna, muore il paese", ha detto fra l'altro il ministro, nel corso dei colloqui. Una frase che l'assessore Bisesti ha apprezzato e ripreso, ricordando la specificità del Trentino ma anche la sua volontà di far fronte comune con il Governo e gli altri territori su un tema così vitale quale è quello della scuola, in particolare in un momento tanto difficile.

«Il ministro Bianchi - scrive ancora la Provincia - ha confermato agli assessori regionali e provinciali la sua volontà di tornare alla scuola in presenza  in maniera "piena". Sulle tempistiche, però, al momento risulta difficile fare delle previsioni.

È necessario continuare a monitorare  l'evolversi della situazione, e fare tutto quanto è possibile per favorire il ritorno alla normalità in condizioni di sicurezza.

Sul tema della formazione professionale, il ministro ha riconosciuto da un lato il grave impatto anche occupazionale della pandemia, ricordando però che al tempo stesso vi sono molte aziende che faticano a trovare la manodopera di cui abbisognano, in particolare manodopera specializzata. E', questa, una contraddizione solo apparente. E lo strumento per affrontarla si chiama formazione professionalizzante. In Trentino questa è una competenza primaria della Provincia; nondimeno, una maggiore presenza del Governo in questo ambito, come prospettata dal ministro, non può che essere accolta positivamente. Attenzione è stata chiesta infine al ministro sul tema dei fondi nazionali, dopo l'investimento fatto dalla Giunta provinciale per l'anno scolastico in corso, nell'ottica della ripresa da settembre.

I temi verranno ripresi e sviluppati nel corso delle prossime riunioni con il ministero». 

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