Consiglio provinciale con effetto acquario: tutti (quasi) in video

Per la prima volta nella sua storia, il Consiglio provinciale ha traslocato nelle case dei consiglieri. A parte Filippo Degasperi (Onda Civica) e Ivano Job (Lega) che hanno deciso di seguire la seduta dal Palazzo della Regione, tutti gli altri consiglieri erano collegati da un edificio privato. La videoconferenza, pur con qualche problema iniziale, e con il fatto che vengono rese impossibili le sospensioni per riunioni con i capogruppo, non ha impedito il dibattito e gli interventi rispetto al tema della gestione del Covid da parte della Provincia. Lo ha confermato anche Ugo Rossi (Patt), che ha contestato la decisione della maggioranza di scegliere la videoconferenza come alternativa alla seduta in aula, ma ha anche aggiunto che questo «non ci ha impedito di lavorare seriamente».

La seduta, iniziata alle 10, e proseguita per diverse ore fino al tardo pomeriggio, è iniziata con una serie di problemi tecnici e di collegamento. Al momento del primo appello, ad esempio, c’era chi non appariva in video ma solo in audio, come Alessandro Savoi della Lega. Poi, quando doveva prendere la parola per un intervento Alex Marini del Movimento 5 Stelle per alcuni minuti si è avuto un effetto acquario con il consigliere che parlava, ma senza che al movimento della bocca corrispondesse il suono delle parole. Poi il suggerimento del collega Michele Dallapiccola (Patt) di accendere il microfono ha risolto definitivamente la questione.

Un piccolo intoppo si è avuto anche durante la relazione dell’assessore Stefania Segnana, con il presidente Waler Kaswalder (Autonomisti popolari) costretto a chiedere più volte all’esponente leghista di parlare lentamente perché, a causa del rimbombo, non si riusciva a sentire bene. La situazione di emergenza, con un collegamento non semplice da gestire per il presidente del Consiglio provinciale, si è tradotto anche in un allentamento delle regole ferree sui tempi di intervento. L’assessore alla salute ha infatti sforato di molto rispetto alla mezz’ora di spazio che avrebbe dovuto occupare, ma Kaswalder l’ha graziata e ha permesso all’esponente della giunta di proseguire fino alla fine, alla luce dell’interesse dell’intervento rispetto all’oggetto della seduta. Uno sforamento dei tempi ripreso con severità e ironia da Degasperi unico con Job a presidiare un Consiglio in un palazzo della Regione altrimenti deserto. Il presidente Kaswalder infatti era collegato da un altro dei palazzi del Consiglio provinciale, per poter gestire attraverso la tecnologia adottata per la videoconferenza, gli interventi dei consiglieri e l’andamento dei lavori. Con un voto su una risoluzione che è durato molto a causa del cattivo funzionamento del sistema.

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