Fondazione Mach: silurato Menapace La giunta Fugatti impone un esterno alla direzione

di Domenico Sartori

Silurato. La Giunta provinciale a trazione leghista ha deciso di porre fine all'esperienza di Sergio Menapace alla direzione delle Fondazione E. Mach (Fem) di San Michele all'Adige, la "casa" dell'agricoltura del Trentino. Inevitabile, a questo punto, il ricorso ad un bando esterno, con l'allungamento dei tempi per la selezione del nuovo manager. Ma la decisione sul da farsi tocca ora al consiglio di amministrazione guidato da Andrea Segrè , un cda oggettivamente spiazzato dalla decisione della giunta Fugatti. 
Rapida cronistoria della vicenda. Anno 2015, la giunta Rossi è chiamata a nominare il nuovo vertice della Fem: Rossi vuole dapprima piazzare alla presidenza che fu dello scienziato Francesco Salamini , Andrea Berti , direttore del Codipra. Ma la nomina salta, e la presidenza va a Segrè, indicato dal Pd. Che fa Rossi, a quel punto? Lottizza la direzione e sceglie Menapace, direttore dell'ufficio provinciale dell'agricoltura di Cles, "targato" Patt. Scelta scandalosa, perché per prassi e per norma, alla Giunta, cioè alla politica, spetta designare il presidente, mentre la scelta del direttore spetta al cda dell'ente. Ma scandalosa fino ad un certo punto. Pochi anni prima, era stato il predecessore di Rossi, Lorenzo Dellai , ad imporre Mauro Fezzi alla direzione generale di Fem, di cui divenne in seguito presidente traghettatore. 

Nel settembre 2018 il cda di Fem decide di rinnovare l'incarico per tre anni a Sergio Menapace, il cui contratto scadeva a fine dicembre. Certo, manca più di un mese alle elezioni provinciali del 21 ottobre. Ma, in ogni caso, la nomina, come detto, è di competenza del cda. E, per di più, dalla direzione generale della Provincia arriva il via libera. Come detto, Menapace è però un dipendente provinciale. La delibera di rinnovo del contratto viene inviata in piazza Dante, per chiederne il distacco.  

E qui si capisce che l'aria è cambiata. Fugatti & C. dicono un primo no. Va prima esperito, come previsto, un bando interno tra il personale provinciale con qualifica di direttore e dirigente e tra i dirigenti degli enti strumentali a carattere privatistico (le società partecipate, ndr). Il cda non si oppone, anche se in via teorica è una fondazione che ha autonomia decisionale nella scelta del direttore. Anche perché dalla Provincia arriva il grosso dei fondi che tengono in vita Fem. Si proceda dunque con l'«avviso di ricognizione interna» suggerito dalla giunta Fugatti. Compromesso che pare accettabile, dopo gli incontri tra giunta e comitato esecutivo prima, e cda poi, di Fem: Fugatti potrà dire di avere sanato il vulnus della nomina politicamente targata del direttore, e il cda di Fem potrà, tra i candidati, scegliere in autonomia Menapace. Anche perché la sua riconferma, in settembre, era frutto di una valutazione di merito, un riconoscimento del gran lavoro fatto nel mettere a posto i conti della Mach e nella riorganizzazione del personale.
Insomma, la riconferma pare scontata. E quando il 15 marzo scadono i termini per presentare i curriculum, tra i quindici che si presentano (tra cui Claudio Ferrari , già dirigente del servizio sviluppo sostenibile e aree protette, Antonella Chiusole , ex numero uno dell'Agenzia del lavoro, e Alessandro Dalla Torre , responsabile delle risorse umane di Fbk), c'è anche Menapace. I requisiti li ha tutti, anche quello preferenziale della «conoscenza in materia agrarie e forestali e ambientali ed esperienza di almeno 3 anni in ruoli di responsabilità». Compenso previsto: 130 mila euro lordi annui. 

Ma ecco la sorpresa. Nella seduta di giunta del 12 aprile Fugatti & C. decidono altrimenti: via Menapace. Giovedì santo, il cda è convocato per la nomina. Ma il giorno prima la giunta provinciale fa recapitare a Fem una lettera che nella sostanza dice: primo, tra i candidati ce n'è uno che non ha titolo a partecipare (Dalla Torre di Fbk); tutti gli altri, compreso Menapace, non solo disponibili. La giunta dice a Segrè e colleghi che di questi dirigenti la Provincia ha bisogno e che Menapace serve rientri al Dipartimento agricoltura. 
Il cda di Fem, spiazzato, non ha potuto che rinviare ogni decisione alla prossima seduta. Di mezzo c'è l'autonomia della Fondazione, i suoi rapporti con la Provincia che non ha ancora fatto intendere quale visione strategica abbia della Mach, che negli ultimi anni ha perso ricercatori di primo livello. Menapace è in proroga fino a fine giugno. Ricorrere ad un bando esterno, con una commissione ad hoc, allunga i tempi per individuare il successore. E nel 2020 scadrà il mandato di Andreà Segrè. Che faranno Fugatti, Zanotelli (agricoltura) e Spinelli (ricerca)? Lo riconfermeranno come hanno fatto con Francesco Profumo a Fbk? O il siluramento di Menacape è il preavviso di un addio?

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