Dorigatti resta nel Pd «Pronto a ricandidarmi»

di Luisa Maria Patruno

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha lasciato il Pd. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha detto che non ci si può alleare con questo Pd. E anche il presidente del consiglio provinciale trentino, Bruno Dorigatti, nel Partito democratico a guida Renzi si trova a disagio ormai da tempo. Ma non ancora così tanto da gettare la spugna, almeno per il momento.

Il presidente Dorigatti intende ricandidarsi alle prossime elezioni provinciali e dunque si augura che le elezioni politiche possano essere l’occasione per un cambiamento vero del Pd. In caso contrario, ne prenderà atto.

Presidente Dorigatti, lei è sempre stato molto critico con il segretario Renzi e con le riforme del suo governo. Ma pur avendo posizioni molto vicine a quelle di Pier Luigi Bersani è rimasto nel Pd. È ancora convinto di restare o le elezioni politiche saranno l’occasione per passare a Mdp?

L’altro giorno ho sentito con attenzione Piero Fassino a Trento e il suo racconto sul Pd mi è sembrato molto più accogliente di Renzi. Non ci sono le condizioni oggi, specie in Trentino, per pensare ad altri progetti, ferma restando la mia posizione molto critica verso il segretario del Pd.

Quindi lei resta e sosterrà il Pd alle elezioni politiche anche se Mdp fosse contro?

Sì, perché penso il Pd può ancora essere un partito forte e autorevole mentre Mdp con un consenso da prefisso telefonico non andrà da nessuna parte da solo. Il Pd però deve cambiare, dando risposte politiche diverse al mondo del lavoro, della scuola e il ceto medio che oggi non va più a votare.

Quindi il Pd deve riformare il Jobs act e la Buona scuola?

Certo, quando lo dicevo io mi consideravano un eretico ora lo dicono anche tanti autorevoli dirigenti del Pd non solo chi è andato in Mdp. C’è una situazione da prendere in mano. È necessario fare una politica più attenta alle disuguaglianze e a chi ha più difficoltà. Penso che il Pd può ancora prendere atto che c’è necessità di recuperare questi elettori che hanno abbandonato il partito. Se non vogliamo fare vincere una politica di destra, dovremo recuperare su questi temi lavorando in un grande partito. I partiti da prefisso telefonico hanno fatto il loro tempo, anche se un pezzo di analisi che fa Bersani lo condivido e dunque spero che venga raccolto. Spero che venga recuperata la sinistra ma che si guardi anche al centro creando una coalizione ampia, cogliendo la ripresa economica che c’è

Ma se questo cambiamento nel Pd non dovesse realizzarsi?

La situazione è molto delicata. Si gioca il futuro del Paese, ma sottolineo con molta determinazione che è necessario che il Pd cambi, se non dovesse succedere prenderò atto che non c’è più spazio che rappresenti quello che avevo pensato in tutti questi anni.

Ritiene che ci sia ancora la possibilità che Pd e Mdp si presentino in coalizione alle Politiche?

Io mi auguro di sì.

L’onorevole Nicoletti dice che se Mdp alle Politiche sarà contro il Pd non può pensare di allearsi alle Provinciali. Lei cosa ne pensa?

Io capisco le ragioni dell’onorevole Nicoletti, ma sarei più pragmatico. L’ex governatore Dellai mi ha ricordato in questi giorni che una sua giunta era sostenuta anche dai Comunisti italiani. Quindi non vedo perché il centrosinistra autonomista non possa allargarsi anche a Mdp. Serve rafforzare la coalizione, a fronte di una frantumazione della società e della politica dobbiamo evitare che si frantumino anche le istituzioni.

Lei pensa di ricandidarsi alle elezioni provinciali?

Io ci sono, poi sarà il partito a decidere sulle candidature ciò che riterrà più opportuno.

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