Costi della politica, bocciata in Regione alla legge popolare promossa dalle Acli

Il consiglio regionale ha respinto i due disegni di legge sulle indennità, presentati dalle Acli e dal consigliere Rodolfo Borga (Act).

L'orientamento negativo era stato anticipato ieri ai vertici delle Acli trentine in un incontro con i presidenti dei gruppi politici del consiglio regionale, nel quale nessuno - né di maggioranza né di minoranza - ha detto di condividere nel merito il disegno di legge e di essere pronti a votarlo.

Anche il capogruppo dei 5 Stelle, Paul Köllensperger, che ha detto che il movimento rispetta le iniziative popolari ma ha perplessità nel merito della proposta.

Insomma, nel giro di tavolo durato circa un'ora e mezza i capigruppo hanno spiegato perché - chi più chi meno - non condividono i nuovi tagli di indennità, vitalizi nonché la soppressione della nuova pensione complementare e di tutti i finanziamenti ai gruppi regionali, sia per l'attività che per i collaboratori (l'abolizione dei fondi ai gruppi è la stessa norma che era contenuta nella riforma costituzionale bocciata dal referendum del 4 dicembre scorso).

Le chiusure maggiori sono giunte dai gruppi altoatesini, con la Svp in testa, per i quali sul tema dei costi della politica non c'è più nulla da discutere perché così si mette in discussione la dignità della politica e dei politici.

Dal Trentino, invece, Alessio Manica (Pd) e Gianpiero Passamani (Upt) hanno teso una mano alle Acli proponendo in alternativa al disegno di legge, per non buttare via le 10 mila firme raccolte e dunque non lasciare cadere il tema, di dare vita a un tavolo di discussione per individuare insieme possibili punti sui quali intervenire per ridurre i costi della politica.

«Come Pd e Upt - spiega il capogruppo Passamani - abbiamo lasciato una porta aperta per discutere su un disegno di legge che non può essere però questo».

«Noi abbiamo detto - aggiunge Manica - che se il messaggio del disegno di legge delle Acli vuole essere quello di ridurre la distanza tra politica e cittadini, meriterebbe non lasciarlo cadere confrontandoci su un tavolo per elaborare una nuova proposta. Ma mi è sembrato che le Acli non abbiano intenzione di ritirare il loro disegno di legge che sarà dunque bocciato senza passare neppure all'articolato».

Il Patt, a differenza delle altre due forze politiche di maggioranza, si è mantenuto più sulle posizioni della Svp, ovvero di chiusura rispetto alla prospettiva di tornare a discutere di riduzione di indennità e vitalizi. «Da parte di tutti - dice il capogruppo Ossanna - è stato detto in modo schietto che riteniamo inopportuno questo disegno di legge».

Il presidente delle Acli Trentine, Luca Oliver, che si è presentato con una delegazione formata anche dall'ex presidente Fausto Gardumi e Walter Nicoletti, che avevano firmato il disegno di legge, e da Josef Valer, al termine dell'incontro sottolinea l'aspetto positivo: «L'incontro è stato comunque utile perché abbiamo potuto spiegare ai capigruppo l'intento del disegno di legge che è innanzitutto quello di ridare un ruolo alla politica riavvicinandola ai cittadini, non certo di gettare fango e fare da ariete per buttare giù il castello. Abbiamo chiesto di farsi carico del tema e per me è importante che ci sia stata anche l'apertura, da parte di qualcuno, ad approfondirlo».

«In consiglio regionale - conclude Oliver - ciascuno si prenderà la sua responsabilità al momento del voto».

In precedenza oggi l’aula ha invece approvato il disegno di legge sul personale della giustizia.

Il presidente Ugo Rossi ha quindi preso parola per replicare e spiegare che il disegno di legge serve, all’art. 1, a reiterare quello che già avviene oggi, confermando quel personale che già opera attraverso un semplice accordo con lo Stato. Con l’art. 2, si dà la possibilità alla Regione di cominciare a organizzarsi internamente per la gestione del personale che passerà sotto la competenza della Regione.

In merito alla scelta di acquisire nuove competenze, ha spiegato che fa parte della natura dell’autonomia stessa la scelta di acquisire sempre più competenze.

Ha posto poi l’accento sul tema della responsabilità: «La prima responsabilità dell’Autonomia e dell’Autogoverno sia quella di dimostrare di essere in grado di amministrare meglio di quanto viene fatto da altri.
Punto successivo, l’interrogazione a risposta orale n.224, presentata dal Consigliere regionale Borga per sapere dalla Giunta regionale se la Regione intende individuare nel Comune di Roverè della Luna il centro regionale di permanenza degli stranieri che non hanno ottenuto alcuna forma di protezione internazionale.

Il vicepresidente della giunta regionale Ugo Rossi ha risposto negativamente, sostenendo che la Regione non ha competenza in materia.

Il consigliere Borga ha quindi detto che le preoccupazioni permangono, non avendo ricevuto rassicurazioni.

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