Assunta 10 giorni prima del parto «Ora vi racconto la mia verità»

Contratto a tempo indeterminato al nono mese di gravidanza? Solo un'operazione di marketing. Parla una ex dipendente: «Siamo stati presi in giro»

Ragazza incinta assunta con contratto a tempo indeterminato poco prima del congedo per maternità? La bella storia - che fa sperare migliaia di donne italiane penalizzate dalle leggi italiane in materia di lavoro - è ambientata a Mestre. È stata raccontata nei gorni scorsi.

L'imprenditore che ha dato lavoro a Martina Camuffo (36 anni) esiste e il contratto lo ha fatto veramente. Non si tratta di una favola, ma le storie possono essere raccontate in tanti modi, aggiungendo o togliendo qualche pezzo del puzzle.

Dipende dall'ottica, dal punto di vista, da quanto si è immersi in certe realtà. Così la vicenda di «mamma Martina» viene smontata da un'altra Martina (Martina Cognolato), ex dipendente dell'azienda veneta «The creative way»: uno smontaggio che naturalmente si è consumato su Facebook. Lo sfogo è stato raccolto anche dall'agenzia Adnkronos.

Ecco le sue parole:

«Ora, non sono solita postare discorsoni pesanti sul mio profilo - scrive Martina Cognolato su Facebook- , ma vorrei dire qualcosa in merito al tam tam buonista che si è generato alla notizia che una donna al nono mese di gravidanza è stata assunta in una agenzia che disegna siti web a Mestre.

Fiorellini, uccellini, tutto bellissimo, ma come ex dipendente di questa azienda quello che posso dire è che ogni medaglia ha due facce. Sì perché nessuno ha indagato sul passato di questa web agency.

Nessuno si è informato sul perché tra il 2014 e il 2016 se ne siano andati TUTTI i dipendenti, presi letteralmente in giro da un titolare intento a fare bella figura sui social network postando foto della propria auto sportiva, di orologi costosi e di viaggi in America e trascurando a livello professionale ed economico i propri dipendenti, dallo stagista alle figure più senior, versando gli stipendi a singhiozzo e rimandando con scuse futili e addirittura menzogne le liquidazioni del TFR.

Quella in questione è una futura mamma e auguro il meglio a lei e al nascituro, ma anche i miei colleghi avevano lo stesso diritto di avere la stabilità e la sicurezza che un lavoro può offrire. Sto parlando di ragazzi, anche giovanissimi, con tanto entusiasmo e con tanta voglia di crescere, che hanno portato l'azienda a vincere svariati premi per l'innovazione e la creatività dei propri progetti.

Se ne sono andati tutti, uno alla volta. È questa l'azienda-tipo da promuovere, da lodare? È gravissimo che nessun giornalista abbia fatto un minimo di ricerca sul passato dell'azienda prima di diffondere una notizia del genere. Potete immaginare l'amarezza che ho provato questa mattina leggendo i primi articoli su questa vicenda. E ora tornate a guardare Sanremo. Peace».

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