Senatori Pd blindano Gentiloni Lettera contro il voto anticipato

Quaranta senatori del Pd della maggioranza e della minoranza interna scrivono un documento per dire che daranno pieno sostegno al governo Gentiloni e per chiedere un rilancio del partito.

«Sostenere il governo Gentiloni, nella pienezza dei suoi poteri; rimettere in piedi il Pd; lavorare a una legge elettorale omogenea per Camera e Senato; non concedere nulla alla pulsione antipolitica»: queste,si legge, le priorità per i 40 senatori.

Cresce, dunque, anche nel partito di maggioranza relativa, l’area che è contraria al ricorso quasi immediato alle elezioni anticipate, come auspicato invece dal segretario Matteo Renzi (che vorrebbe il voto in giugno).
Larga parte del partito, inoltre, chiede che mentre

«Sentiamo il bisogno di dare un contributo e prendere una posizione nel dibattito politico», si legge nel documento firmato dai senatori Tronti, Albano, Amati, Angioni, Bianco, Borioli, Broglia, Capacchione, Cardinali, Chiti, Cirinnà, Corsini, D’Adda, Dalla Zuanna, De Biasi, Dirindin, Fabbri, Ferrara, Filippi, Fissore, G. Rossi, Giacobbe, Granaiola, Guerrieri, Idem, Lo Giudice, Manassero, Manconi, Martini, Mattesini, Micheloni, Puppato, Ranucci, Sangalli, Silvestro, Sonego, Tomaselli, Vaccari, Valentini, Zavoli.

«Brexit, Trump, lo stato dell’Unione europea, i prossimi appuntamenti elettorali nel continente - aggiungono - chiamano ad un’analisi impegnata.

Le scorse elezioni amministrative, il risultato del referendum, il cambio di leadership governativa aspettano ancora una ragione interpretativa. Serve un tempo ragionevole per l’elaborazione di una prospettiva, degli obiettivi».

«Affrontare le emergenze e risolverle nell’interesse dei cittadini è compito del governo. Guardare oltre - insistono - è compito del partito, mentre la nuova questione sociale va messa al primo punto per l’azione combinata del governo e del partito».

«Suggeriamo quindi alcune linee guida da seguire: contribuire al buon lavoro del governo Gentiloni, nella pienezza dei suoi poteri; rimettere in piedi il Pd, al centro e sui territori, restituendone l’immagine di una grande forza politica popolare unitaria; lavorare a una legge elettorale omogenea per Camera e Senato, con i due obiettivi non incompatibili di una corretta rappresentanza e una necessaria governabilità; non concedere più nulla alla pulsione antipolitica, soprattutto nella sua forma devastante di antiparlamentarismo; alzare la bandiera di una visione per un’altra Italia, in un’altra Europa, nell’ordine/disordine mondiale; andare a vincere, vedremo se con la lista di partito o di coalizione, alle elezioni politiche, una volta realizzati questi obiettivi, dando così un senso ai mesi che restano della legislatura», conclude il documento.

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