Renzi in assemblea: "Rischiamo di tornare alla Prima Repubblica"

Nel suo discorso l'ex premier ha parlato della nuova legge elettorale - «ripartiamo dal Mattarellum» - e ha attaccato pesantemente il M5S

Prima riunione dell'assemblea del Pd dopo l'esito del voto referendario, le dimissioni di Renzi e la nascita del governo Gentiloni. Matteo Renzi torna sul palco e, dopo essere stato accolto da una standing ovation, pur ammettendo la sconfitta, rivendica quanto fatto dal governo. 

Commento sul referendum

«Abbiamo perso - ha detto Renzi - ho perso il referendum. E anche questo ha segnato in modo molto forte il dibattito politico europeo. Faremo un'analisi molto dura, spietata, innanzitutto con noi stessi di quello che è accaduto al referendum. Un'analisi seria e severa, ma anche un sano senso di passione per la cosa pubblica devono segnare questa assemblea. Non abbiamo perso, abbiamo straperso il referendum costituzionale. E chi fa giri pindarici per dire che abbiamo preso un sacco di voti dice la verità, ma non dice che il 41% è una sconfitta netta. Sognavo di prendere 13 milioni di voti, ne abbiamo presi 13 e mezzo ma la straordinaria partecipazione ha portato a non far bastare quei 13 milioni e mezzo di voti». E confessa: «Ho avuto voglia di mollare, lo ammetto. Mettendomi in gioco nel privato sarei andato a stare meglio. Ma c'è un patto per riportare il alto il Paese. Ti puoi dimettere da premier, ma non da cittadino e da premier»

Riforme

«Abbiamo fatto riforme molto profonde; se due ragazzi si amano e, indipendentemente dall'orientamento sessuale, ora possono vivere insieme è grazie a una riforma del Pd. Queste riforme non puzzano, segnano la grandezza del Pd. I mille giorni del governo hanno segnato dei risultati che illustreremo in un libro, che lasciamo alla cronaca di questo Paese. Se oggi non c'è stato nessun commento che abbia notato come fosse il Paese nel 2014 e com'è nel 2016 non è un problema per la nostra autostima ma richiede dai commentatori un di più di verità e coerenza nell'andare a vedere che un Paese fermo si è messo in moto, non perché c'è stato un presidente del Consiglio ma perché il Pd ha accettato la sfida di sporcarsi le mani». «Eravamo a un passo dalla Terza Repubblica e invece rischiamo di tornare alla Prima, senza la qualità della classe dirigente della Prima Repubblica».

Legge elettorale

«Alle altre forze politiche chiediamo  di non fare melina sulla legge elettorale. Abbiamo messo la fiducia sull'Italicum per chiuderla, perché sono venti anni che non si chiude. Vogliamo l'ultima occasione di maggioritario o scivoliamo verso il proporzionale? Vi propongo di andare a guardare le carte sull'unica proposta che ha la possibilità in tempo breve, che ha visto vincere centrosinistra e centrodestra, ha visto vincere l'Ulivo di Prodi e porta il nome di Mattarella.
Andiamo a vedere, il Pd c'è». 

Attacco al M5S

«Qui a Roma voglio dire che la politica non è l'indicazione delle cose che non vanno, l'urlo di chi dice No e non propone un'alternativa. Se si fa così politica, il Paese non va da nessuna parte, si blocca il Paese. Se per bloccare la corruzione si bloccano le Olimpiadi, si blocca la propria città. E forse per bloccare la corruzione bisognerebbe scegliere meglio i collaboratori. Agli amici di M5s potremmo proporre questo patto: smettete di dire bufale sul Web e noi non diremo la verità su di voi, e cioè che siete una azienda privata che firma contratti con gli amministratori. Lo diremo alle prossime elezioni». 

Voto

Stiamo andando al voto, non sappiamo quando e non è importante nemmeno sapere la questione. In questo momento chi ha paura di votare sono gli altri. Perché per loro va benissimo agitare la bandierina del 59% ma se li metti in una competizione elettorale come partito non possono più lamentarsi, devono iniziare a dire cosa pensano. Dicono che si deve andare a votare ma ne hanno una paura matta».

Congresso Pd

Non sarà anticipato e si svolgerà nell'autunno del 2017.

Berlusconi

«Il centrodestra gira ancora intorno a Silvio Berlusconi. Vedremo se la sentenza di Strasburgo restituirà a Berlusconi la piena possibilità di scendere in campo: sarà un piacere di sfidarlo per il futuro del Paese, il partito dovrà sfidarlo».

 

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