Chapecoense, il coro dei tifosi accoglie le bare dei campioni

«I campioni sono tornati».

I tifosi della Chapecoense hanno cantato in coro all’ingresso delle bare delle vittime della sciagura aerea di lunedì scorso in Colombia.

Le 50 bare di calciatori, tecnici, dirigenti e accompagnatori, più quelle dei giornalisti locali che seguivano la squadra, sono trasportate a spalla da militari e disposte sotto una tettoia per ripararle dalla forte pioggia.

Fra le vittime anche il presidente della società, Luiz Sandro Pallaoro, che era di origini trentine.

Al fianco delle bare trovano posto familiari, amici e compagni di squadra delle vittime, confortati da psicologi e personale della Chapecoense.

Momenti di forte commozione tra i tifosi, in piedi ad applaudire in silenzio con la pioggia che si mescola alle lacrime.

Frattanto, il tecnico di volo boliviano Erwin Tumiri, uno dei sei sopravvissuti, è stato dimesso dall’ospedale.

Tumiri, che non era in servizio sul volo LaMia ma viaggiava come passeggero, ha raccontato di essersi salvato assumendo la posizione fetale e mettendo una valigia tra le gambe poco prima dello schianto contro le colline attorno a Medellin.

Dall’inchiesta è emerso che l’aereo precipitato avrebbe effettuato altri quattro voli con scorte di carburante al di sotto di quanto previsto dai regolamenti internazionali.

Lo rivela il sito brasiliano Estadao, che ha visionato i registri di volo del pilota Miguel Quiroga, proprietario della piccola compagnia di charter, morto nello schianto di Medellin.

I voli si riferiscono alle tratte Medellin-Santa Cruz de la Sierra, in tre occasioni, e Cochabamba-Medellin.

In uno dei quattro voli, l’aereo sarebbe atterrato con scorte di carburante sufficienti per altri quattro minuti di volo, rivela il sito.

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