Nelle carceri turche giornalisti e scrittori

Nelle carceri della Turchia ci sono «scrittori, giornalisti e artisti. In questo momento viviamo in una prigione semi-aperta, ma continueremo a resistere»: così Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito di opposizione, il socialdemocratico Chp.

Parlando alla cerimonia di inaugurazione di un centro culturale nella capitale Ankara, Kilicdaroglu ha attaccato il presidente Recep Tayyip Erdogan, sottolineando che «Nessuna dittatura ha mai favorito le arti o gli artisti».

Intanto a Istanbul sulla stampa si parla di alcol e promiscuità. Sarebbero questi i motivi che hanno spinto una piccola folla di persone ad attaccare venerdì scorso l’inaugurazione di una mostra collettiva di 21 artiste nel quartiere di Tophane a Istanbul, zona sulla sponda europea ricca di gallerie d’arte ma con una popolazione in maggioranza conservatrice.

A denunciare l’episodio, riportato oggi dal quotidiano laico Cumhruiyet, sono stati gli organizzatori dell’evento.

«Una famiglia ha iniziato a urlare davanti alla galleria d’arte, lamentandosi del consumo di alcol e della presenza mista di uomini e donne. Alla fine abbiamo dovuto chiudere la mostra», ha raccontato Vardal Canis, una delle artiste che esibivano le loro opere. In seguito all’aggressione, la polizia ha fermato almeno 2 persone.

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