Convenzione Provincia-Inps parte il reddito di attivazione

Sottoscritta la convenzione con cui la Provincia autonoma di Trento potrà avvalersi dell’Inps per l’erogazione del nuovo reddito di attivazione in Trentino.

Era l’ultimo tassello di carattere tecnico organizzativo per rendere operativo lo strumento del nuovo reddito di attivazione, dopo l’accordo con il ministero del Lavoro, avvenuto in primavera.

Il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico della Provincia, Alessandro Olivi, e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, hanno sottoscritto oggi a Roma la convenzione, annunciata durante l’ultimo Festival dell’Economia di Trento, con erogazione che partirà all’inizio dell’autunno.
Si tratta, come ricorda la stessa Provincia, di un ammortizzatore sociale di cui potranno beneficiare tutti i disoccupati che, dopo avere percepito l’indennità di disoccupazione dallo Stato, siano ancora privi di lavoro e si trovino in una situazione economica di difficoltà.

«È uno strumento di politica del lavoro - ha commentato Olivi - che non ha eguali nel resto del Paese. Si tratta di una misura integrativa a sostegno del reddito, finanziata esclusivamente con fondi territoriali, che consentirà a coloro che hanno perso il lavoro di avere un periodo di accompagnamento più lungo e più intenso».

«Uno strumento - ha aggiunto - che non a caso si chiama di attivazione, perché se da un lato sostiene il lavoratore durante il periodo di disoccupazione, dall’altro prevede che su quel lavoratore si attivi un progetto di promozione delle sue opportunità occupazionali, finalizzato a farlo rientrare, al più presto, dentro il mercato del lavoro.

Un lavoratore che rimane disoccupato in Trentino - ha sottolineato - dopo aver beneficiato di tutti gli ammortizzatori previsti dallo Stato, non resterà solo, ma potrà usufruire di un ulteriore intervento, migliorativo rispetto a quelli di cui ha già beneficiato, che ne favorisca la ricollocazione occupazionale».

La stima è di circa 2.100 beneficiari all’anno in Trentino, per un importo corrispondente di spesa che, sempre secondo le stime, si aggira sui 2,7 milioni di euro. La misura avrà efficacia retroattiva e potranno beneficiarne coloro che sono stati licenziati dopo il primo maggio 2015.

Ne potranno godere i cittadini residenti con un indicatore Isee fino a 8.000 euro (per l’assegno Inps il tetto è fermo a 5.000 euro) e potrà essere richiesta anche da chi non ha figli a carico o ha meno di 55 anni (altri due requisiti previsti dalla normativa statale). Il nuovo reddito di attivazione spetta per un periodo massimo di 6 mensilità, l’importo è pari al 75% dell’ultima indennità di NaSpI percepita, ma senza l’applicazione del massimale previsto per l’Asdi (circa 450 euro).

L’accesso al sostegno economico avviene su domanda che il lavoratore potrà inoltrare attraverso gli stessi canali previsti per l’Asdi, rivolgendosi a un patronato.

Condizione per l’accesso e il mantenimento del diritto al nuovo reddito di attivazione, finanziato esclusivamente con fondi territoriali, è la sottoscrizione da parte del disoccupato di un progetto personalizzato con il Centro per l’impiego e lo svolgimento delle misure di ricerca attiva di lavoro concordate e in esso previste.

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