La «buona scuola» di Renzi arriva in Trentino Pagelle ai prof e settimana corta per tutti

Ecco tutte le novità in arrivo nel mondo scolastico

di Angelo Conte

La Buona scuola di Renzi atterra anche in Trentino e porterà con sè la valutazione dei docenti con un premio per chi fa di più e meglio, l’ampliamento delle responsabilità e del potere dei dirigenti scolastici, la scuola su cinque giorni dal 2018/2019 e un nuovo sistema per reclutare i docenti da parte delle singole scuole. Docenti che verranno scelti dai dirigenti per tre anni almeno potendoli utilizzare con una maggiore flessibilità rispetto ad oggi. Le novità sono contenute nel disegno di legge, che ora deve passare attraverso il lavoro delle commissioni consiliari, approvato ieri dalla giunta provinciale e che recepisce, adattandola alla specificità trentina, la riforma scolastica varata dal premier Renzi. «Non si tratta di un semplice adeguamento alla riforma nazionale – sottolinea il presidente e assessore all’istruzione Ugo Rossi – ma di un’opportunità che abbiamo voluto cogliere per migliorare, il sistema scolastico trentino». Secondo Rossi il disegno di legge aumenta «l’autonomia scolastica».

Arriva la valutazione dei docenti

Tra le novità previste dal disegno di legge che recepisce la Buona scuola in salsa trentina c’è «l’introduzione di sistemi di valutazione dell’attività del personale docente». Di fatto anche in Trentino, come già previsto dalla riforma scolastica nazionale, verrà introdotto un fondo per il merito che ha un importo di 2 milioni di euro. I criteri per premiare i docenti saranno definiti dalla giunta provinciale, dopo aver ascoltato, come per tutto il disegno di legge, la voce di sindacati, insegnanti e studenti, e per ora si sa che non saranno assegnati sulla base del raggiungimento di un singolo progetto o di un voto. «Prima di tutto i premi saranno a tendere, valutando il docente su un orizzonte di tre anni - ha chiarito Rossi - Non si tratta di premiare un docente per i voti o un progetto singolo. Il tema è delicato, perché è già difficile valutare un lavoro che realizza prodotti, quando si parla di attività sulle persone la situazione è ancora più complicata. In ogni caso il principio che ci ispira è che coloro che si impegnano di più e che sono più disponibili a innovare vanno premiati di più».

Docenti vincolati per tre anni

Dall’anno scolastico 2017/2018 i docenti di ruolo saranno assegnati non alle singole cattedre ma a un ambito territoriale e per tre anni. «Oggi - ha chiarito Rossi - un docente idoneo sceglie una cattedra, in futuro farà richiesta per un ambito territoriale». Se attualmente la legge prevede che si resti per tre anni in una scuola, anche se c’è di fatto la possibilità di chiedere il trasferimento dopo un anno verso un altro posto, in prospettiva il vincolo dei tre anni sarà legato all’ambito territoriale. «Che non sarà quello delle Comunità di valle - afferma ancora Rossi - e che definiremo in modo tale che non ci siano delle aree di serie A per la scelta dei docenti e altri di serie A2».

Dirigenti, più poteri e responsabilità

Il disegno di legge prevede anche che si vada verso una implementazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici (i presidi). A loro - ha detto Rossi - verrà data più responsabilità e autonomia nella scelta dei docenti che servono a dare gambe al piano formativo triennale che dovrà essere pubblicato sul sito internet e verificato alla fine del percorso. Oltre a ciò, i docenti potranno ottenere le richieste da due scuole dello stesso ambito.

Settimana corta per tutti

Il disegno di legge, che nei progetti della giunta dovrebbe andare in aula a giugno, prevede che dall’anno scolastico 2018/2019 tutti abbiano la settimana corta, ovvero che le lezioni vadano dal lunedì al venerdì. Oggi l’80% delle scuole del primo ciclo la praticano, la sfida è portarci anche le superiori dove occorre coordinare il servizio trasporti e mense.

 

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