Il Papa: "Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini"

Se potessi fare un miracolo «io guarirei i bambini. Non sono riuscito ancora a capire perchè i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perchè i bambini soffrono? È il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini». È una delle risposte che papa Francesco dà alle lettere che gli sono arrivate dai bimbi di tutto il mondo, raccolte nel libro «L’amore prima del mondo» curato da padre Antonio Spadaro per Rizzoli.

Con il volume, da domani in libreria, il Pontefice inaugura un dialogo diretto con i bambini di ogni continente e, come un padre, accoglie le loro domande, confidando ai piccoli le sue riflessioni sulla vita e la fede con parole semplici e intime. «È bello rispondere alle domande dei bambini, ma li vorrei avere qui con me, tutti! Sarebbe bellissimo. Ma so anche che questo libro di risposte andrà in mano a tanti bambini in tutto il mondo. E di questo sono felice». Il volume è una raccolta di 31 lettere e disegni, in cui i bambini si rivolgono al Papa per chiedergli aiuto, consigli, risposte ai propri dubbi e spiegazioni sul senso più profondo della fede e dell’esistenza.

«Una volta, un bambino mi ha chiesto - voi sapete che i bambini chiedono cose difficili - mi ha chiesto: ‘Padre, che cosa faceva Dio prima di creare il mondo?’. Vi assicuro che ho fatto fatica a rispondere. E gli ho detto quello che dico adesso a voi: prima di creare il mondo Dio amava, perchè Dio è amore». La domanda di Ryan, 8 anni dal Canada, è la prima delle 31. Molti gli spunti e le suggestioni cui Francesco risponde ricordando la vita di Gesù o offrendo dettagli inediti di sè, ricordi d’infanzia ed episodi del suo cammino spirituale, confermando la sua grande umanità. Le curiosità dei più piccoli si intrecciano ai ricordi del Papa, come quando risponde alla lettera di Wing, che dalla Cina chiede «perchè ti piace giocare a calcio?». Francesco racconta: «Non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo, perchè è un gioco di solidarietà». 

Altre lettere testimoniano quanto lo sguardo dei bambini sul mondo sia capace di cogliere la realtà più dolorosa della vita, riportando all’attualità di persone che soffrono e popoli vittime di violenze e atrocità. Michael, dalla Nigeria, chiede al Papa: «Come puoi risolvere i conflitti nel mondo?», e Francesco risponde: «Bisogna aiutare le persone di buona volontà a parlar male della guerra. Io non posso risolvere i conflitti del mondo, ma tu e io possiamo provare a fare di questa terra un mondo migliore. Bisogna convincere tutti che il modo migliore di vincere una guerra è non farla. Non è facile, lo so. Ma io ci provo. Provaci anche tu». Ci sono anche domande che sembrano fatte da un adulto, come quella di Tom, 8 anni, che dal Regno Unito chiede al Papa «qual è stata la tua scelta più difficile nella tua missione di fede?». Il Pontefice ammette che «le scelte difficili sono tante, ma se devo dirti il tipo di scelta per me più difficile, ecco devo dire che è mandar via qualcuno o da un compito di responsabilità o da una posizione di fiducia o da un cammino che sta facendo perchè inadatto». Maximus, da Singapore, vorrebbe infine capire «perchè Dio ci ha creato anche se sapeva che avremmo peccato contro di Lui». E Francesco risponde: «Perchè Dio ci ha creati come Lui. Liberi. Ed essere liberi comporta la possibilità di peccare. Ma quanta gente ha paura della libertà! La libertà può far paura perchè non è programmabile. E proprio per questo la libertà è bella ed è il dono più grande».

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