Controlli e barriera al Brennero slitta l'incontro a Vienna

È stato rinviato l'incontro dei governatori di Trento, Bolzano e Innsbruck, Ugo Rossi, Arno Kompatscher e Günther Platter, con il ministro degli interni austriaco Johanna Mikl-Leitner a Vienna, per discutere degli imminenti controlli di frontiera al Brennero.

La causa è l'annullamento di un volo da Innsbruck. I tre presidenti volevano illustrare a Vienna la posizione dell'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino sull'emergenza profughi.

I tre governatori, che si sono incontrati ieri a Bolzano, intendono portare a Vienna il loro appello contro il ritorno delle barriere al Brennero e nei prossimi giorni vedranno a Roma il ministro degli interni Angelino Alfano.

Tuttavia, dopo il vertice dell’Euroregione, si registra un’accettazione sostanziale delle misure che l’Austria intende mettere in campo, sulla falsariga di quanto già fatto nelle settimane scorse al confine con la Slovenia.

La richiesta che avanzano Bolzano, Innsbruck e Trento si riduce all’appello affinché i controlli e le altre forme di contrasto dell’immigrazione siano temporanee e abbiano il minimo impatto sulla circolazione dei cittadini europei e dei turisti.

Ma appare evidentemente che una volta varato un sistema per «sigillare» la frontiera del Brennero, eventuali retromarce dipenderanno fondamentalmente dall’evoluzione del contesto internazionale sia nelle aree di conflitto sia in relazione alla crisi umanitaria legata al flusso di profughi - specie siriani - verso l’Europa.

In sostanza, Vienna non pare affatto intenzionata ad anteporre le questioni storico-simboliche e men che meno l’ideale europeista alla linea dura praticata di fronte alla massiccia richiesta di protezione che arriva dai profughi.

E se il presidente sudtirolese definisce il Brennero «una frontiera diversa da tutte le altre», mentre Rossi e Platter ne sottolineano «l’immenso valore simbolico e storico», il ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, solo pochi giorni fa ha annunciato che il Paese ha già quasi raggiunto il numero massimo di rifugiati fissati per il 2016 (37.500), «dopo di che le frontiere saranno chiuse».

Per quanto riguarda il Brennero, i media, citando fonti governative, nei giorni scorsi prevedevano un paio di mesi prima che anche fra Tirolo e Sudtirolo venga eretta una barriera di filo spinato e reti metalliche come quella costruita al confine con la Slovenia presso Spielfeld.

«Eventuali misure di controllo al Brennero - insistono i presidenti dell’Euregio- dovranno avere carattere straordinario, transitorio e limitate sul piano temporale. Ci sono problematiche che possiamo risolvere solo assieme. Vogliamo conservare i risultati della cooperazione dell’Euregio e incrementarli con un’azione nel segno dei principi ma anche in maniera pragmatica e realistica».

Da mesi si lavora nella task force dell’Euregio dedicata ai flussi dei migranti, oggi c’è stata la riunione per formalizzare la strategia nel confronto con i due governi nazionali.

La delibera ha per oggetto le iniziative a salvaguardia degli sviluppi europei dell’Euregio «e non sarà l’unica azione di responsabilità messa in campo», ha detto il presidente di turno Rossi.

Si formulano alcune precise richieste: sollecitare l’Ue a mettere in sicurezza i confini esterni e a ripartire i profughi in modo equo su tutti gli Stati membri, impegnarsi a rivedere l’Accordo di Dublino, lavorare per una gestione coordinata degli spazi di confine in stretto coordinamento con i governi locali.
I controlli in ogni caso dovranno essere eseguiti in modo da poter garantire la libera circolazione dei cittadini Ue, riducendo al minimo l’impatto sull’economia, sul turismo e sulla mobilità dei pendolari.

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