Il M5S si è propagato per «contagio»

di Luisa Maria Patruno

I meccanismi che hanno determinato il successo del Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2013 sono molto più tradizionali di quello che si pensi. Non è vero infatti che la conquista del 25% dei consensi al debutto sulla scena nazionale sia legato soprattutto ai messaggi passati tramite Internet, il blog di Beppe Grillo e i social network di un movimento da molti indicato come innovativo proprio dal punto di vista della comunicazione.

I grillini sono riusciti ad affermarsi come una della principali forze nazionali grazie al più comune passaparola tra conoscenti, amici o colleghi di lavoro, in conversazioni superficiali, che hanno prodotto però nel corso della campagna elettorale una sorta di «contagio», come avviene per l'influenza.

Sono queste le conclusioni a cui è giunto uno studio di Cristiano Vezzoni, ricercatore del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università di Trento, e di Moreno Mancosu (Collegio Carlo Alberto). Vezzoni ha coordinato la raccolta dati per una indagine Itanes (Italian national election studies) che si è svolta durante la campagna elettorale per le Politiche 2013, analizzando oltre 8.000 interviste nel periodo dal 5 gennaio al 23 febbraio.

Allora solo il 54% degli italiani accedeva quotidianamente a Internet e dunque sarebbe stato impossibile raggiungere e convincere un quarto degli elettori come invece è avvenuto.

Dottor Vezzoni, come siete arrivati a una conclusione così sorprendente sui canali di consenso del M5S?

La ricerca si colloca all'interno degli studi che fa regolarmente il gruppo di ricerca Itanes, ospitato dall'Istituto «Cattaneo», che raccoglie ricercatori che dagli anni '90 hanno studiato il comportamento elettorale degli italiani in particolare alle elezioni politiche. In questo studio specifico abbiamo fatto un monitoraggio della campagna elettorale raccogliendo dati quotidianamente, fino al giorno prima delle elezioni del 24 febbraio, su un campione di 200 persone. In quelle elezioni avrebbe dovuto vincere il Pd, secondo i sondaggi. Invece c'è stata una non vittoria del Pd di Bersani e un enorme exploit del Movimento 5 Stelle con il 25% di voti che ha sorpreso tutti. La media dei sondaggi dava il M5S al 15%.

A cosa fu dovuto questo risultato?

Quello che abbiamo riscontrato dalla nostra ricerca è che il consenso elettorale più che attraverso i canali che si ritengono connessi al Movimento 5 Stelle, ovvero la rete, il blog di Grillo o i social network, è cresciuto grazie ai contatti che le persone avevano tra loro e soprattutto tra chi poteva discutere di politica fuori dalla propria cerchia familiare. E questo è successo perché allora era un movimento nuovo, che non poteva basarsi su un consenso consolidato. Dunque i sostenitori ed elettori sono arrivati entrando in contatto con chi già conosceva il Movimento e ne parlava, tipo i colleghi di lavoro, al bar, nelle varie situazioni sociali. Da queste conversazioni le persone hanno cominciato a considerare di poter votare Grillo, che vedevano in tv. Nel corso della campagna elettorale questo meccanismo si è autosostenuto, perché aumentavano le persone che parlavano del M5S e quindi le probabilità di incontrarle cresceva.

Quindi si deve a colloqui non con militanti ma con persone che avevano deciso di votare il movimento e ne parlavano?

Esatto, in conversazioni superficiali, in quelle che gli inglesi chiamano casual meeting , discussioni che si hanno davanti alla macchinetta del caffè.

Ma cos'è che ha reso così attraente il movimento di Grillo?

Direi soprattutto il fatto che le idee del Movimento 5 Stelle erano un po' una scatola vuota, in cui chiunque poteva metterci quello che voleva. Non aveva una politica chiara con un programma chiaro. Si appoggiavano molto al senso di anti-sistema e solleticavano elementi diversi in varie persone: chi ce l'aveva con la casta, chi pensava alla cospirazione, c'era un po' di anti-immigrazione vagamente detta. Il messaggio vago riusciva a raccogliere tutto, in un ambiente con forti sentimenti di antipolitica. Quello è stato il motore del successo. Grillo, che era un personaggio popolare e riconosciuto, non sarebbe mai arrivato al 25% solo con internet. Il paradosso è che il partito del Web 2.0 si è nutrito di meccanismi molto tradizionali, soprattutto il passaparola.

Dopo due anni in Parlamento, il Movimento 5 Stelle su cosa dovrà puntare per conservare o aumentare quello straordinario successo dell'esordio?

Guardando i sondaggi oggi il M5S ha avuto una capacità di consolidare il consenso, che non era scontata. Questo si deve al fatto che hanno rifiutato di partecipare e assumere responsabilità di governo. Inoltre, è venuto meno un competitore che è il centrodestra. Infine, a Renzi questa situazione va abbastanza bene. Il M5S oggi va alle elezioni quasi cercando di non vincere, succede anche alle amministrative. Il movimento sia dal punto di vista ideologico che dell'elettorato è trasversale, riesce a pescare sia a destra che a sinistra. Quindi ha un potenziale di raccolta ampio. Il problema è che il suo capitale è quello di essere anti-sistema. Ora, si dovrà proporre come forza di governo, ma sempre con idee un po' disordinate e fuori dal sistema. Può anche essere che alla fine il gioco del Movimento 5 Stelle sia quello di arrivare buon secondo dietro Renzi e aumentare il suo capitale di consenso.

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