Più che un confronto dialettico, come dovrebbe essere nella politica e nelle sua sedi istituzionali, è stata una rissa da bar. Urla, insulti, bicchieri lanciati, parolacce. E, come nei campi di calcio delle categorie inferiori, sono scattati immediatamente cartellini rossi (nessuno è passato per il doppio giallo) e relative squalifiche.

Ci riferiamo alla seduta del consiglio regionale di venerdì sera, caratterizzata da una serie di comportamenti che con un eufemismo potremo definire al di sopra delle righe.

Il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti più che commentare quanto accaduto pensa al futuro prossimo. «Mi auguro che quanto accaduto venerdì notte non abbia ripercussioni nel nostro consiglio provinciale. Siamo abituati a un confronto, anche aspro in alcuni momenti e per alcune questioni, ma che deve sempre risolversi in un clima di serenità».

Dal punto di vista politico, «show» a parte, un risultato è stato raggiunto e un vincitore c'è stato: si tratta dell'Svp, che alle 6.20 del mattino di sabato, dopo ore di grande tensione, è comunque riuscita a portare a casa la legge elettorale per Bolzano, mentre nulla è stato toccato per quanto riguarda i comuni trentini.

«Noi abbiamo appena concluso il dibattito sul disegno di legge legato alla consulta: è stato un momento di riflessione interessante, con ragionamenti e prese di posizione anche molto differenti tra loro, ma con l'obiettivo comune di rinforzare la nostra autonomia e la nostra regione. Posso dire che passaggi e momenti come questi possono essere difficili e creare delle tensioni, ma ribadisco la speranza che non ci siano ripercussioni per quanto riguarda il nostro consiglio provinciale. Abbiamo davanti un obiettivo come lo statuto dell'autonomia, si tratta di un passaggio importante e delicato, per il quale deve esserci il contributo di tutti. Con serenità, pur nelle differenze, si può raggiunge un grande risultato».

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