Olivi: pronto a lasciare al giunta provinciale per rilanciare da segretario la politica del Pd

Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia e assessore alle attività economiche, si dice pronto a lasciare la giunta provinciale per fare il segretario del Pd trentino

Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia e assessore alle attività economiche, si dice pronto a lasciare la giunta provinciale per fare il segretario del Pd trentino se questo sarà l'unico modo per riuscire a rilanciare un partito che continua a essere diviso al suo interno e soprattutto è incapace di esprimere una linea politica che sia una, in balia totale della volontà del presidente della Provincia, Ugo Rossi.

Vicepresidente Olivi, la «corrente» del Pd che sostiene l'ex assessora Donata Borgonovo Re che il partito ha lasciato che venisse sostituita in giunta, si ritrova per fare il punto della situazione politica anche in vista del congresso. La ritene una componente alternativa alla sua?

Il Pd trentino deve rifiutarsi di impostare il congresso sullo schema vecchio, che vuole che vi sia una contrapposizione tra chi è governativo e chi no. Dovremmo invece concentrarci su ciò che ci fa essere tutti nel Pd e non in un altro partito e riuscire ad esprimere la nostra cifra del cambiamento, altrimenti ci si autoconsegniamo a una strutturale subalternità.

Ma è difficile capire cosa sia il Pd e soprattutto quale sia la sua linea se solo si guarda alle politiche sulla sanità. Avete avuto due assessori che oggi sembrano avere posizioni opposte. Qual'è quella del partito. Lei lo sa?

In effetti la sanità è un po' la cartina di tornasole delle difficoltà del Pd. Riguardo a quanto accaduto a luglio, mi prendo la mia parte di responsabilità: è mancata la capacità di chiedere un chiarimento politico su quel punto. Ma ora dobbiamo guardare avanti non indietro.

E cosa serve ora al Pd?

Serve una svolta civica e ulivista per un nuovo centrosinistra. Io ho ricevuto molte sollecitazioni perché è ormai evidente che quello che sta accadendo nella maggioranza, con difficoltà in tutti i partiti della coalizione, richiede non solo che sia garantita stabilità e continuità all'azione quotidiana della giunta ma che si ritrovi un'idea comune di Trentino, una prospettiva politica comuni. E il Pd può e deve essere protagonista di questo per giocarsi la sua chance di proposta alla coalizione e non solo ai partiti della coalizione ma anche a quegli spaccati di comunità più civici che oggi ci guardano con diffidenza per le baruffe quotidiane.

Lei dunque sarebbe disposto a guidare questo tentativo di svolta candidandosi alla segreteria del partito anche se per questo dovesse lasciare la giunta?

Se ci sarà bisogno di un mio atto di generosità a favore della necessità di cambiare il Pd lo farò, perché io di stare lì a scaldare la sedia, semplicemente pensando che il problema è arrivare alla fine e garantirsi la prossima volta un seggio in consiglio provinciale, non ci sto. Non se ne parla neanche, questo non mi interessa. Io voglio dare una mano perché questo centrosinistra cambi. Mi sento libero e non incasellato in nessuna categoria o gruppo interno al Pd, semmai sono considerato un solitario e forse questa mia caratteristica l'ho anche pagata, ma ora penso che sia il momento per superare appunto le vecchie categorie e correnti e unirci sulle idee. Oggi il Pd è troppo piegato nel cercare la mediazione giorno dopo giorno, cercando di non dare troppo fastidio al manovratore. Credo che sia giusto che tutti proviamo metterci a disposizione per la costruzione di un nuovo centrosinistra perché nel 2018 arriveremo con una coalizione che non sarà più la stessa visto il dibattito in corso nei tre partiti.

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