Jet abbattuto, accuse e prove di disgelo fra Mosca e Ankara

Si cerca di evitare che la situazione degeneri, dopo il grave incidente di ieri, con l’abbattimento di un jet russo, impegnato nei raid in Siria, da parte della contraerea turca. Il presidente russo Vladimir Puti ha accusato apertamente Ankara di complicità con i terroristi dell’Isis.

Sullo sfondo delle operazioni in Siria si gioca uno scontro geopolitico, con la Turchia del presidente Erdogan che teme un rafforzamento del ruolo dell’Iran (a guida islamica ma della corrente minoritaria sciita) e dell’alleanza di Teheran con Mosca.

L’attuale leadership turca «sostiene deliberatamente l’islamizzazione del Paese», ha ribadito oggi il presidente russo Vladimir Putin, citato dalle agenzie.

«Non faremo la guerra alla Turchia, le nostre relazioni con il popolo turco non sono cambiate», ha detto oggi il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. In compenso, ha aggiunto, Mosca «rivedrà seriamente le relazioni russo-turche».

Mosca precisa che continuerà i suoi raid aerei contro obiettivi Isis vicino al confine turco: «Ci piacerebbe che i terroristi e i militanti stessero lontano dal confine turco, ma sfortunatamente
tendono a stare nel territorio siriano vicino al confine turco», fa sapere il Cremlino.

«Abbiamo seri dubbi che l’abbattimento del jet russo sia stato un atto colposo, sembra molto una provocazione premeditata», ha proseguito Lavrov auspicando che l’episodio ora non sia usato per promuovere l’idea della creazione in questa area di una no fly zone che ostacolerebbe le operazioni militari sulla Siria. QUanto alla sorte dei due piloti, uno è morto, mentre il secondo è stato tratto in salvo e si trova già  in una base russa in Siria.

Ankara ieri ha incassato il sostegno della Nato, di cui è membro, che ha legittimato l’azione difensiva ma ha pure invitato a frenare un’escalation del conflitto diplomatico.

I ministri degli Esteri di Russia e Turchia hanno concordato di avere un colloquio nei prossimi giorni per discutere dell’abbattimento del jet di Mosca, secondo quanto rende noto il governo di Ankara.

Secondo Ankara l’incontro è stato concordato durante una telefonata fatta stamani al ministro Lavrov dall’omologo turco Mevlut Cavusoglu, che da ieri è tornato a guidare la diplomazia dopo la formazione del nuovo governo.

Nel corso del colloquio i due ministri hanno parlato dell’incidente di ieri, concordando di condividerne i dettagli attraverso «canali diplomatici e militari».

L’incontro non risulta al momento confermato dalla Russia.

«Deve essere evitata ogni escalation», è «importante mantenere lo spazio politico di dialogo» costruito a Vienna e «bisogna unire le forze» per combattere l’Isis. Lo ha ribadito Catherine Ray, portavoce dell’ alto rappresentante per la politica estera europea, che - sulla vicenda del jet russo - ha ricordato che Federica Mogherini ieri è stata in contatto con la Nato e coi ministri degli esteri turco e russo raccomandando di «cercare di evitare nuove fasi di tensione».

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in aula oggi a Strasburgo, ha lanciato un appello all’unità nella lotta all’Isis: «L’Unione europea, in politica estera e di difesa, deve cercare scelte condivise che contrastino con efficacia le forze del disordine e del terrore. I tragici fatti di ieri ne confermano l’urgenza».

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