Allarme per il turismo in Egitto dopo la sciagura aerea nel Sinai

Mentre proseguono febbrili le indagini nel Sinai per chiarire le cause della sciagura e c’è massima allerta per i turisti stranieri (sono almeno 1500 gli italiani a Sharm el Sheikh solo con i tour operator), la tragedia dell’Airbus A321 Metrojet rischia di mettere in ginocchio il turismo egiziano dopo un 2014 che era stato positivo con 10,2 milioni di arrivi nel 2014 (+8%).

L’Italia è il quarto Paese come numero di arrivi in Egitto (525 mila nel 2014 ma con un calo di quasi il 50% dal 2009 al 2014) preceduta da Russia (quasi 3 milioni), Gran Bretagna e Germania.

La Farnesina finora non ha emesso «sconsigli» e sottolinea che i voli italiani non sono stati interrotti. A chi vuole partire al momento si raccomanda di leggere il sito Viaggiare sicuri, tenersi informati attraverso i tour operator per eventuali disagi e registrarsi sul sito www.dovesiamonelmondo.it.

L’Enac ha disposto che le compagnie aeree nazionali che hanno voli programmati in partenza da Sharm effettuino per proprio conto controlli di sicurezza aggiuntivi rispetto a quelli che vengono normalmente eseguiti presso lo scalo egiziano.

Ma oggi diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli da e per Sharm.

E a seguito di questa decisione sono 180 i passeggeri che sarebbero dovuti rientrare in serata a Malpensa con il volo di ritorno EasyJet cancellato in partenza da Milano. La compagnia precisa che in collaborazione con il governo britannico sta mettendo a punto un piano per riportare in passeggeri in Italia, già a partire da domani sera.

Intanto però la situazione rischia di ferire a morte l’industria turistica egiziana, che già negli anni scorsi aveva affrontato vari momenti di crisi. Parla di possibili «sviluppi catastrofici» Nadejda Popova, Senior Travel Analyst di Euromonitor International, secondo cui «i turisti hanno continuato ad andare a Sharm el Sheikh in quanto questa zona è sempre stata dissociata dai disordini di altre zone dell’Egitto.

La decisione del Regno Unito sulla sospensione dei voli sta per avere un grave impatto. I viaggiatori rimarranno molto restii a viaggiare in questa parte del Medio Oriente e continueranno a scegliere destinazioni come Dubai, Oman, e forse anche il Marocco rispetto a mete più vulnerabili come Tunisia ed Egitto».

Oggi dall’Ente del turismo nessuno vuole rilasciare dichiarazioni ma tante erano state negli ultimi mesi le mosse per cercare il rilancio, dal documentario girato con Morgan Freeman ai due grandi concerti ai piedi delle Piramidi di Giza del compositore greco Yanni passando per le nuove aperture di siti tra cui 3 nuove tombe a Luxor.

«Attualmente a Sharm el Sheikh - spiega il vicepresidente dell’Astoi Confidustria Pier Ezhaya - abbiamo circa 1500 passeggeri con i tour operator di Astoi (che copre circa il 90% dell’intero comparto) e ovviamente siamo in attesa di eventuali indicazioni da parte della Farnesina. Rispetto allo scorso anno c’è stato un rallentamento, ma comunque bisogna considerare anche che nel 2014 la situazione non era stata buona, dato che fino a luglio c’era stato lo sconsiglio. Infine l’attentato di Sousse ha dato un bel colpo, in quanto ha azzerato il movimento in Tunisia, ma l’ha rallentato in tutto il Nord Africa».

«Bisogna attendere il risultato delle indagini - spiega Jacopo De Ria, il nuovo presidente italiano Fiavet, Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo - e al momento si brancola nel buio perchè non si possono prendere decisioni su fatti non ancora accertati. La sicurezza dei viaggiatori è la priorità delle agenzie di viaggio ma non vorrei che si facesse un polverone sul nulla».

Cinzia Conti [Ansa]

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