Cassazione, le mogli non possono «curiosare» i conti correnti del marito

La Cassazione ha accolto il ricorso del Garante della privacy contro una banca del nord-est che aveva dato copia dei dati contabili di un cliente su richiesta della moglie. La vicenda si riferisce a una coppia trentina

Le banche, senza una autorizzazione specifica e «ad hoc» del diretto interessato, non devono estrarre i dati contabili dei conti correnti dei loro clienti e darne copia alle mogli, specie quelle in procinto di diventare «ex» - che poi se ne servono nel giudizio di separazione -, o a persone terze, sostenendo che l'iniziale autorizzazione al trattamento dei dati sensibili prestata da ogni correntista all'istituto di credito, nel momento dell' apertura del conto, legittima l'accesso e la consultazione dei dati. Lo afferma la Cassazione richiamando le banche ai doveri di riservatezza.

Gli «ermellini» hanno infatti accolto il ricorso del Garante della privacy contro una banca del nord-est che aveva dato copia dei dati contabili di un cliente su richiesta della moglie, peraltro nemmeno cointestataria del conto. La signora se ne era poi servita nella causa di separazione. La vicenda si riferisce a una giovane coppia trentina. Lui è un ingegnere informatico che, guarda caso, si occupa di sicurezza dei dati e dalla sua banca ha ricevuto un «brutto tiro». Ora, dopo la decisione della Suprema Corte, il Tribunale di Trento dovrà rivedere il verdetto con il quale aveva giudicato corretto il comportamento dell'istituto di credito

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