La Gran Bretagna vuole chiudere le porte ai disoccupati in cerca di fortuna

Porte aperte in Gran Bretagna a chi arriva da un altro Paese europeo, con un lavoro già garantito; saracinesca chiusa ai disoccupati in cerca di fortuna. È l'idea di libera circolazione nell'Ue di Theresa May, ministro dell'Interno del governo conservatore di David Cameron, che sullo sfondo di una «emergenza immigrazione» estesasi in questi mesi anche alle frontiere del Regno auspica apertamente restrizioni a uno dei principi cardine dell'Europa comunitaria.
Nell'interpretazione della titolare dell'Home Office, non si tratta tuttavia di attentare a un diritto che a Bruxelles tutti (o quasi tutti) considerano ormai basilare. Semmai di tornare alle origini, prima di quegli accordi di Schengen che May indica come la causa scatenante della crisi odierna. Quando fu inizialmente sancita - sentenzia il ministro britannico dalle colonne del Sunday Times - «libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro o usufruire dei benefici» sociali altrui. May definisce quindi l'attuale livello d'immigrazione «non sostenibile».

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