Via libera all'assunzione di 60 nuovi insegnanti

Via libera all’assunzione di 60 insegnanti nella scuola trentina. Il Consiglio provinciale ha infatti votato all’unanimità il disegno di legge 88 che recepisce il decreto nazionale sulla «Buona scuola»

Via libera all’assunzione di 60 insegnanti nella scuola trentina. Il Consiglio provinciale ha infatti votato all’unanimità il disegno di legge 88 che recepisce il decreto nazionale sulla «Buona scuola» e  consente l’assunzione di 60 insegnanti insegnanti risultati idonei al concorso del 2012.

Illustrando il provvedimento che il Consiglio ha inserito con procedura di urgenza all’ordine del giorno dopo un rapido passaggio in Commissione, il presidente della Provincia Ugo Rossi, che è anche assessore all’Istruzione, ha segnalato che per rendere possibile l’assunzione di tutti e 60 gli insegnanti idonei, e non più solo di quelli risultati vincitori al concorso del 2012, la Giunta ha condiviso un emendamento proposto da Claudio Civettini (Civica Trentina) che proroga fino al 31 agosto 2017 la validità della graduatoria dalla quale, senza questa norma, la Provincia poteva attingere solo i vincitori del concorso.

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Secondo Filippo Degasperi del M5s sul tema delle assunzioni è mancato un ragionamento complessivo e questo ha causato ripercussioni negative per altri insegnanti precari esclusi da questa previsione. Anche l’introduzione della quarta fascia, se ha risolto i problemi di alcuni insegnanti ne penalizza altri, prevedendo graduatorie permanenti, periodi di conseguimento del titolo dal 2009 al 2014 (ma perché non anche quelli prima del 2009?). Queste iniziative per Degasperi appaiono confuse perché soddisfano alcune categorie di docenti ma alimentano il malessere e la protesta di altre.  D’accordo con Degasperi si è espresso Civettini (Civica Trentina) che ha condiviso le perplessità sui precari.

Lucia Maestri (Pd), presidente della quinta Commissione che ha già discusso l’argomento, ha messo in evidenza la pesante eredità derivante da una situazione ingarbugliata e da una stratificazione di interventi che ha creato enormi aspettative di stabilizzazione a fronte di una scarsissima disponibilità di posti di lavoro. Per Maestri «non ci si può porre di fronte a queste situazioni cavalcando il pur giusto disagio emerso». Si tratta ora per la consigliera di avviare un percorso di analisi del decreto sulla buona scuola per capire in che modo e fino a che punto la normativa provinciale si potrà adeguare a questo provvedimento. «I miracoli – ha concluso Maestri – non li possiamo fare e le promesse che non possiamo mantenere noi non siamo abituati a farle».

Luca Giuliani (Patt) ha osservato che visti i cambiamenti in atto nel settore scuola questo disegno di legge va nella giusta direzione, perchè evita un’ingiustizia nei confronti di persone che si erano impegnate per il concorso. Concorso che nel 2012 era nato male perché non prevedeva lo scorrimento della graduatoria. Giustamente poi con il decreto sulla Buona scuola ai vincitori sono stati associati gli idonei che potranno quindi essere assunti tutti a tempo indeterminato.

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha preannunciato il voto convinto del proprio gruppo a questo disegno di legge e all’emendamento presentato da Civettini per prolungare al 31 agosto del 2017 la validità della graduatoria. Simoni ha anche condivido le osservazioni di Maestri.

Claudio Cia (Civica Trentina), pur d’accordo con il disegno di legge, ha ricordato che l’inghippo era nato da un emendamento inserito nell’ultima finanziaria provinciale, che prevedeva l’inserimento in ruolo solo dei vincitori e non anche degli idonei com’era scritto invece nella versione originaria della legge. «Chi ha votato in buona fede quella norma non si è reso conto di aver tolto a una sessantina di insegnanti supplenti la possibilità di credere in un futuro di lavoro stabile. Ora si fa giustizia superando l’esclusione di questi lavoratori ed eliminando l’anomalia».

Manuela Bottamedi (Patt) ha lamentato il fatto che «non viviamo in uno stato diritto a causa delle continue proroghe e sanatorie alle quali assistiamo». Già il concorso in questione non veniva fatto da 13 anni. Ma poi si era stabilito che la graduatoria sarebbe stata valida per tre anni. «La scuola italiana – ha osservato – è governata più dai Tar che dalle assemblee legislative. E anche se la Provincia oggi sana un’ingiustizia il disagio di questi lavoratori rimane profondo».

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