Veneto, Zaia gongola, nel Pd esplode la polemica

Per il rieletto presidente del Veneto Luca Zaia (Lega Nord) «oggi tutti sono pronti a saltare sul carro dei vincitore. E gli altri diranno che i concorrenti erano deboli». Zaia lo ha rilevato a Treviso nel corso di una conferenza stampa. «Non è vero - ha spiegato - che erano candidati deboli. Erano di tutto rispetto e come tali li abbiamo trattati. Non è stata una campagna elettorale facile ma è stata premiata la mia imparzialità

Per il rieletto presidente del Veneto Luca Zaia (Lega Nord) «oggi tutti sono pronti a saltare sul carro dei vincitore. E gli altri diranno che i concorrenti erano deboli». Zaia lo ha rilevato a Treviso nel corso di una conferenza stampa. «Non è vero - ha spiegato - che erano candidati deboli. Erano di tutto rispetto e come tali li abbiamo trattati. Non è stata una campagna elettorale facile ma è stata premiata la mia imparzialità; siamo partiti con molte difficoltà ma abbiamo portato i veneti al voto alla partecipazione. Tra pochi giorni corre l'anniversario dello scandalo Mose che non ha toccato né il sottoscritt né il mio partito. È stato un elemento con il quale hanno cercato di delegittimarmi. Ma non ci sono riusciti. È un risultato che ci regala una grande legittimazione, è un segnale incontrovertibile. Un grande segnale da parte dei veneti».

Sono 29 i consiglieri regionali eletti dalla coalizione che ha sostenuto Luca Zaia. Oltre al presidente sono stati eletti - secondo una prima ripartizione ufficiosa - 13 consiglieri per la Lista Zaia, 10 per la Lega Nord, 3 per Forza Italia, 2 per Noi Veneto e 1 per Fratelli d'Italia.

Alessandra Moretti, candidata del centrosinistra, entra in consiglio come prima tra i non eletti tra i candidati a presidente. Oltre a lei, per la sua coalizione, sono 8 i consiglieri del Pd, 2 quelli della Lista Moretti e uno1 di Veneto Civico, in virtù del risultato ottenuto nel Bellunese da questa lista che ospitava anche tre candidati autonomisti: il seggio dovrebbe andare al sindaco di Santo Stefano di Cadore, Alessandra Buzzo, terzo rappresentante della terra dolomitica eletto a Venezia, accanto al rientrante Sergio Reolon (Pd) e Giampaolo Bottacin (Lega), questi ultimi in passato entrambi già a capo della Provincia.

Quattro i consiglieri eletti da M5s, tra cui Jacopo Berti, candidato presidente in lista a Padova. Gli altri cinque consiglieri sono legati alla coalizione che ha sostenuto Flavio Tosi: tre della Lista Tosi, e uno ciascuno per Veneto del Fare e Area Popolare. Complessivamente, il prossimo consiglio regionale veneto sarà composto da 49 consiglieri più il presidente eletto e il primo dei candidati presidente non eletti. 

Non nasconde la delusione la principale sfidante di Zaia; Alessandra Moretti (Pd), che era sostenuta anche da Sel ma non da altre anime della sinistra: «Noi abbiamo perso, e perso anche male. Evidentemente i numeri sono inconfutabili. Per me è stata una partita straordinaria vissuta fin dall'inizio in maniera piena e senza riserve, Qualcosa evidentemente non ha funzionato e nei prossimi giorni e settimane avremo il modo e la lucidità per fare una riflessione complessiva che riguarda sia partito nazionale che la segreteria regionale.

Qui ha trainato Zaia, non ha vinto Salvini. Salvini non è riuscito nel suo intento. Qui il primo partito è quello di Zaia quindi siamo di fronte ad un voto personale. Su di me forse ha pesato anche un giudizio sull'operato del governo. Nell'ultimo mese la campagna elettorale degli avversari è stata giocata solo su migranti e rom e ho sentito pochi contenuti sul resto. Purtroppo la battaglia si è consumata su dei messaggi che andavano a colpire la pancia dell'elettorato.

In politica - ha aggiunto Moretti in conferenza stampa a Limena (Padova)- si vince e si perde, noi abbiamo corso per vincere e lo hanno visto tutti. Ma si può anche perdere. Ho vinto tante volte e questa volta perdo ma con un grande senso di responsabilità. Si perde per costruire un'alternativa visto che evidentemente non siamo riusciti a comunicare bene quello che volevamo. È evidente  che sono stata presa di mira dall'opinione pubblica. Io quando attacco un avversario lo faccio sempre dai punto di vista dei contenuti, gli attacchi che ho subito hanno riguardato più spesso la sfera personale ma ognuno fa politica secondo il suo stile. Io continuerò a fare politica vigilando affinchè chi si trova alla guida di questa Regione sia trasparente e oculato nella gestione del soldi pubblici.

Sono una donna molto forte e determinata e capace di assumermi le mie responsabilità. È stata una campagna elettorale straordinaria, ho imparato molto politicamente e umanamente. E oggi penso di essere l'esponente che conosce meglio il Veneto visto che nessuno ha visitato tutti i comuni. L'ho fatto con grande serietà e ora resto a disposizione per guidare l'opposizione in consiglio regionale», conclude Alessandra Moretti.

La severa sconfitta di Moretti è uno degli elementi sottolineati da Pippo Civati, accanto al buon risultato (10%) del candidato di sinistra Luca pastorino a Genova, per confermare la nascita di un cantiere per un nuovo partito alla sinistra del Pd renziano accusato di essersi ormai spostato troppo a destra.

Di una grande delusione, «da togliere il fiato, per un risultato drammaticamente al di sotto delle aspettative proclamate da dirigenti regionali e nazionali», parla Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd, che a novembre aveva partecipato alle primarie per la scelta del candidato presidente.

«Ha vinto una rassegnata conservazione dell'esistente perchè come Pd non siamo riusciti a formulare e trasmettere una credibile proposta per migliorare la vita del popolo veneto. In attesa di analizzare con pacatezza i dati definitivi - scrive Rubinato in Fb - si sta profilando il peggior risultato dal 1995 ad oggi. Una riflessione dunque si impone: mai come questa volta c'erano le condizioni politiche favorevoli, con un centrodestra ed una Lega frantumati e nonostante questo abbiamo perso anche rispetto al 2010. Se a ciò aggiungiamo il dato dell'astensionismo, il bilancio è che non siamo mai stati tanto minoritari nell'elettorato veneto. Perciò per le prossime elezioni o cambiamo i veneti o cambiamo noi. E siccome è impossibile la prima, mi auguro che non faremo come i perdenti che trovano sempre delle scuse, ma come i vincenti che cercano un'altra strada».

Per parte sua, esprime moderata soddisfazione il sindaco di Verona Flavio Tosi, ex Lega: «Il risultato di queste elezioni in Veneto vuol dire che si può provare a rimettere insieme il centrodestra di una volta. Parlo di quel centrodestra che rappresenta la maggioranza di questo Paese e che oggi è disgregato". "Un centrodestra che oggi è minoranza" ha aggiunto Tosi. "Non si può non credere che il centrodestra possa provare a risorgere». 

Ma il segretario nazionale del Carroccio,Matteo Salvini, replica a Toasi: «Chi ha lasciato la Lega per scegliere Alfano e la poltrona, speriamo almeno che faccia bene il sindaco per il tempo che gli rimane. Non voglio infierire, né su Alessandra Moretti né su chi ha tradito, perchè hanno già dato il loro giudizio gli elettori veneti. Per me è acqua passata».

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